Fondi bloccati in Sicilia: coinvolta anche la scuola?

A tal proposito in un articolo de Il Fatto Quotidiano dal titolo  “Un corvo al Ministero: “Ricerca, la cricca degli appalti truccati”, si dice testualmente: “Macroscopico poi il caso Sicilia, dove 600 milioni di euro sono stati bloccati dalla Ue, proprio per il sospetto di assegnazioni irregolari e carenza di controlli interni sulle procedure di spesa. Tutte vicende che hanno messo via via in allarme il Parlamento che, più volte, ha sollevato dubbi e sospetti. 
Negli ultimi tre anni deputati e senatori hanno depositato ben nove interrogazioni parlamentari ma nessuna, a oggi, ha trovato risposta da parte del governo passato e di quello in carica. Un muro impenetrabile. Le risposte potrebbero arrivare allora proprio da quelle carte inviate al Fatto Quotidiano che stanno destando l’interesse della magistratura”.
 Il caso del blocco dei fondi UE alla Sicilia è storia nota, già ampiamente decritta in molti articoli tra luglio e agosto 2012 dove si scriveva che erano giunte critiche severissime da parte dei funzionari di Bruxelles che non ci vedono chiaro sulle spese effettuate fino a giugno 2012, data in cui sono stati aperti i rubinetti dei versamenti Ue. 
Bruxelles aveva puntato il dito soprattutto sugli assessorati alle infrastrutture, alla Salute, all’economia e della Protezione civile e le critiche si focalizzano principalmente sulla scarsa incisività delle verifiche di gestione realizzate. Questo blocco dei finanziamenti consiste non solo nel congelare i rimborsi comunitari per i finanziamenti già anticipati dalla regione (600 milioni di euro), ma anche nel mettere a rischio la dotazione del Fesr (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) pari a 6,5 miliardi. Ma in tutto questo sono coinvolti anche i finanziamenti al mondo dell’istruzione ?
 Si potrebbero fare molte supposizioni a partire dall’edilizia scolastica, ma l’unica cosa certa è quella che negli ultimi tre anni deputati e senatori hanno depositato ben nove interrogazioni parlamentari ma nessuna, a oggi, ha trovato risposta da parte del governo passato e di quello in carica.
 Forse quelle carte inviate a Il Fatto Quotidiano potrebbero fornire i primi indizi utili per accertare le reali responsabilità delle persone coinvolte.

Aldo Domenico Ficara

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