L’accantonamento di soldi per le scuole paritarie, annunciato dalla ministra Valeria Fedeli il 27 aprile rispondendo ad un question time, è contestato dalla Uil Scuola.
Secondo il suo leader, Pino Turi, “la legge non consente di accantonare risorse per le scuole private. Non possiamo che prendere le distanze dal modo di procedere dell’Esecutivo in sede di approvazione della legge di bilancio e in questi giorni, con i tentativi parlamentari, volti a ipotizzare la praticabilità di un accantonamento di risorse europee da destinare alle scuole private”.
Per il segretario generale del sindacato Confederale, quello adottato dal ministero dell’Istruzione è “un modo di procedere che opera un pericoloso precedente, in aperto contrasto con la posizione assunta dalla Commissione europea, che vieta l’uso dei fondi Pon per le scuole private”.
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Abbiamo già portato all’attenzione del Miur tale posizione. In una lettera inviata nelle settimane scorse al premier Gentiloni e alla ministra Fedeli, il Csee (Comitato sindacale europeo) – continua Turi – invitava il Governo italiano a destinare i fondi europei all’istruzione di tutti e a non procedere con scelte rivolte a una ulteriore privatizzazione dell’istruzione”.
La richiesta del sindacato non ha avuto però seguito. “Ci piacerebbe vedere la stessa determinazione nel negoziare con l’Europa le risorse per gli investimenti nel sistema scolastico statale. Ci auguriamo – prosegue il sindacalista – che si tratti degli ultimi colpi di coda di una legge che opera una mutazione genetica del nostro sistema scolastico introdotta dalla buona scuola”.
“Siamo sempre più convinti che il ripensamento sulla legge del Governo deve essere profondo e finalizzato al rilancio della scuola statale e non a un suo ridimensionamento in favore delle private, delle logiche politiche e di mercato”, conclude Turi.
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