A 24 ore di distanza dalla notizia del taglio sul fondo di istituto per pagare gli scatti stipendiali, nelle sedi sindacali si incominciano a fare quattro conti.
Se non si ha la pretesa di avere cifre precise, i calcoli fatti dalle diverse sigle sono sostanzialmente simili: per pagare gli scatti del 2011 occorrono 93 milioni di euro, per quelli del 2012 ce ne vorranno 387; il totale dà esattamente 480 che solo in piccola parte potranno essere coperti con i risparmi derivanti dall’applicazione dell’articolo 64 della legge 133/08 (per ora il Mef ne ha certificati 86, per il 2011).
Per comprendere meglio la questione viene in aiuto una scheda tecnica della CislScuola del Lazio di cui abbiamo già dato notizia e che riporta in dettaglio la composizione del fondo di istituto del 2011/2012: funzioni strumentali 121milioni di euro, incarichi specifici Ata 53, aree a rischio 53, ore eccedenti 29, pratica sportiva 60, fondo istituto per compensi accessori 1.027.
Secondo la Cisl (ma anche secondo gli altri sindacati, ad eccezione della Flc-Cgil) per il 2012/2013 bisognerà decurtare il fondo di 290 milioni di euro circa in quando altri 85-90 arriverebbero dai risparmi.
Ma a noi sembra che questo sia un ragionamento ottimistico, in quanto i soldi dei risparmi, per poter essere utilizzati per qualsivoglia contratto devono essere certificati dalla Ragioneria Generale dello Stato che però solo pochi giorni fa ha dato il via libera agli 86 milioni del 2011; appare dunque molto improbabile che in poche settimane il MEF possa autorizzare l’utilizzo di altri 86 milioni per il 2012.
In conclusione: l’ipotesi più probabile è che il taglio del fondo di istituto si aggiri sui 380-390 milioni di euro; se non si vorranno toccare ore eccedenti, funzioni strumentali e pratica sportiva il taglio sarà superiore al 30%.
CislScuola osserva però che la decurtazione non comporterà particolari problemi perché già ora quote significative del fondo dell’istituzione scolastica o non vengono spese oppure “vengono deviate verso usi impropri (pagamento delle supplenze o delle ore eccedenti, esorbitanti spese di staff e quant’altro)”.
C’ è da dire che quest’ultima annotazione della CislScuola appare un po’ strana perché sembra quasi che il fondo di istituto possa essere speso in modo arbitrario dal dirigente scolastico. Può anche darsi che ci siano scuole dove ai componenti dello staff vengono riconosciuti compensi esorbitanti, ma se questo avviene è perché evidentemente il contratto di istituto (che come è noto viene firmato sia dai dirigenti scolastici sia dalla RSU) lo prevedeva. E forse si potrebbe anche aggiungere che talora questo accade anche perché ci sono situazioni in cui i collaboratori del dirigente e alcuni componenti dello staff sono essi stessi RSU.
Quanto al possibile impiego del fondo di istituto per pagare le supplenze, la cosa ci sembra un po’ strana, dal momento che il fondo viene ormai liquidato tramite cedolino unico e che gli impegni di spesa per le supplenze sono mensilmente monitorati dal Ministero. Ma se alla Cisl risultano simili storture, la strada da seguire è una sola: segnalare i casi, in modo circostanziato, alla magistratura contabile.
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