In molte scuole del nord Italia, in particolare in Veneto, Lombardia e Piemonte, le scuole chiedono soldi alle famiglie, attraverso contributi volontari, per attivare corsi e progetti intramoenia che vanno a gonfiare il FIS e si tratta di soldi, ci viene detto da alcune RSU direttamente coinvolte, che poi vengono contrattati.
Il pagamento di corsi di recupero con i soldi delle famiglie non è una pratica prevista dalle norme legislative e contrattuali, per cui chiedere un contributo volontario dalle famiglie, che una volta ricevuto viene contrattato dal Dirigente scolastico e le RSU, per pagare i docenti interni alla scuola che svolgono i corsi di recupero è da considerarsi una pratica illegittima che andrebbe a toccare aspetti contrari alla legge e alle norme contrattuali. In sanità l’intramoenia è legittima perché disposta, con alcune precisazioni e accortezze, dalla legge, la stessa cosa non è per la scuola.
È utile sapere che il Fondo di Istituto di una scuola non può essere gonfiato con le erogazioni liberali delle famiglie e che il FIS è regolato dall’art.88 del CCNL scuola. In tale norma è specificato che le attività da retribuire, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, sono quelle relative alle diverse esigenze didattiche, organizzative, di ricerca e di valutazione e alle aree di personale interno alla scuola, eventualmente prevedendo compensi anche in misura forfetaria, in correlazione con il P.O.F., su delibera del consiglio di circolo o d’istituto, il quale, a tal fine, acquisisce la delibera del collegio dei docenti. La ripartizione delle risorse del fondo, dovrà tenere conto anche con rifermento alle consistenze organiche delle aree, docenti ed ata, dei vari ordini e gradi di scuola eventualmente presenti nell’unità scolastica e delle diverse tipologie di attività (eda, scuole ospedaliera, carceraria, corsi serali, convitti).
Per gli insegnanti la finalizzazione delle risorse del presente articolo va prioritariamente orientata agli impegni didattici in termini di flessibilità, attività laboratoriali, ore aggiuntive di insegnamento, di recupero e di potenziamento. La progettazione va ricondotta ad unitarietà nell’ambito del POF, evitando la burocratizzazione e la frammentazione dei progetti. Nella determinazione delle misure unitarie dei compensi dovrà essere posta particolare attenzione a costituire un ragionevole equilibrio tra le diverse componenti della retribuzione.
Pagare i docenti collaboratori del Dirigente scolastico con soldi messi a bilancio della scuola da contributi volontari alle famiglie, per dei compiti di carattere organizzativo è un’altra pratica che lascia perplessi. Ci sono scuole che retribuiscono per 100 ore il collaboratore del Dirigente Scolastico per il progetto riferito alla calendarizzazione degli scrutini, questi progetti, approvati con delibera collegiale, vengono contrattualizzati con il Fondo di Istituto gonfiato con il ricavato delle erogazioni liberali.
La creazione di un laboratorio, di uno spazio di lettura, di un’aula speciale, di una biblioteca, l’acquisto di un software didattico, di un proiettore, di una LIM o di attrezzatura didattica di uso comune può essere fatto con il bilancio del fondo del contributo volontario delle famiglie. Creare o acquistare qualcosa per la scuola che sarà fruibile da tutti e anche per il futuro, si tratta di un modo legittimo, che non ha bisogno della contrattazione ma soltanto dell’approvazione del Consiglio di Istituto, di utilizzare le erogazioni liberali.
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