Siglata il 1° agosto l’Ipotesi di Contratto Integrativo Nazionale sul Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa 2018-19.
Firmano in tre, no della Gilda
L’intesa, che è stata siglata dal Flc-Cgil, Cisl-Scuola e Uil-Scuola ma non dalla Gilda (lo Snals non è più presente ai tavoli della contrattazione integrativa), mette a disposizione delle scuole poco meno di 820 milioni di euro, ripartiti fra i diversi istituti contrattuali.
I due capitoli principali sono il Fondo di Istituto (531 milioni) e il fondo per la valorizzazione della professionalità docente (130 milioni); ma ci sono anche le risorse per gli incarichi Ata (30 milioni circa), le funzioni strumentali ( 53 milioni), le ore eccedenti (30 milioni) e i fondi per le aree a rischio (23 milioni).
Le novità
Rispetto al passato ci sono alcune novità importanti.
Intanto è stato concordato che d’ora innanzi i fondi verranno accreditati direttamente alle scuole senza “transitare” dagli uffici scolastici regionali.
Inoltre il contratto stabilisce che le risorse che le scuole non spendono restano nella disponibilità dei bilanci di istituto senza nessun vincolo di destinazione.
Ma la novità principale è certamente quella del fondo per la valorizzazione del personale docente (il cosiddetto “bonus premiale”) che a partire dal 2018/19 dovrà essere contrattato fra RSU e dirigente scolastico (resta però la competenza del comitato di valutazione che dovrà definire i criteri generali, e questo potrebbe creare qualche forma di contenzioso).
“Con questo contratto – affermano con soddisfazione i tre firmatari dell’accordo – viene rafforzato il ruolo della Contrattazione Integrativa e dei suoi protagonisti, con la riaffermazione delle innovazioni introdotte dal ccnl 2016/2018. Si conferma ancora una volta come le relazioni sindacali rappresentino strumento efficace e flessibile non solo per regolare il rapporto di lavoro, tutelando Docenti ATA e personale educativo, ma anche per incrementare la funzionalità del sistema scolastico a beneficio degli alunni e delle famiglie”.
Va sottolineato che le modalità di impiego delle risorse assegnate alla scuola vengono fissate nel contratto di istituto: si leggono spesso nei social lamentele di docenti e Ata “scontenti” di come il ds utilizza il fondo, senza neppure verificare cosa prevede il contratto di scuola.
Se, per esempio, il contratto non prevede la retribuzione per le ore di formazione e aggiornamento svolte oltre l’orario di servizio l’eventuale “protesta” va indirizzata non al ds ma all’intero tavolo contrattuale di cui fanno parte il ds, le RSU e le OO.SS. rappresentative.