Il Fondo Espero sarà il salvagente per i futuri pensionati del mondo della scuola, costretti a subire una riduzione degli emolumenti? A parlarne è stata, nel corso della diretta della Tecnica risponde live di martedì 31 ottobre, la vice presidente del Fondo Espero e segretaria nazionale Cisl Scuola, Maria Grazia Penna:
“Il ragionamento che facciamo da anni è che le pensioni dei lavoratori più giovani riceveranno nel tempo una forte diminuzione rispetto all’ultimo stipendio. Questa cosa si chiama “tasso di sostituzione” cioè normalmente i calcoli che vengono fatti sia dall’Istat sia dalla Ragioneria centrale dello Stato, sia dal sistema pensionistico italiano vedono, a fronte di uno stipendio del 100%, una sostituzione che può andare dal 68,2% nel 2030 al 59,4% nel 2040 con 38 anni di contribuzione. Questa preoccupazione riguarda soprattutto coloro che hanno la maggior parte dei contributi nel sistema contributivo, ovvero chi ha versato contributi dopo il 1995. Come ovviare? Un metodo è la pensione complementare, cioè la possibilità di fare un investimento nel corso della propria vita versando dei contributi, accanto all’Inps, che alla fine possano generare un montante e dare luogo a una pensione aggiuntiva complementare. In questo senso lavora il Fondo Espero che nasce nel 2003 da un accordo con i sindacati della scuola e oggi racconta circa 100mila aderenti nel mondo scolastico”.
“Il Fondo funziona attraverso una serie di raccolte che vengono fatte da parte e dei lavoratori e dello Stato, o anche dei datori di lavoro privati che man mano nel tempo aderiscono al Fondo Espero ma che stanno sempre nel comparto Istruzione. Il lavoratore versa di base l’1% dello stipendio base volontariamente, può aumentare questa percentuale di stipendio sulla base delle sue scelte”.
“Per i giovani lavoratori che sono a regime di Tfr, si prevede che al Fondo venga versato tutto il Trattamento di Fine Rapporto maturato dal momento dell’adesione. Il montante dato dal versamento dello Stato, dal versamento del lavoratore che sceglie in percentuale quale dare e dal Tfr crea una massa critica che viene investita e che produce un capitale. Al termine del periodo di contribuzione il lavoratore potrà o riscattare il capitale o se raggiungerà una determinata somma, potrà ricevere una pensione complementare a fianco della pensione statale. Ci sono infine più comparti a cui si può decidere di aderire, più prudenti o più aggressivi in relazione al mondo del lavoro”.
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