Non si arresta il botta e risposta tra la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana sulla scelta di quest’ultimo di adottare la didattica distanza per le scuole secondarie, arrestando le lezioni in presenza.
La ministra, in una lettera indirizzata proprio al governatore, supportata anche dai sindaci lombardi, ribadisce con forza: “Appare come una imposizione che non tiene conto delle specificità dei contesti territoriali e degli enormi sforzi compiuti da tutta la comunità scolastica, a cui va il mio ringraziamento, per garantire il corretto avvio e l’ordinario svolgimento dell’anno scolastico”.
“In una fase così complessa per la Nazione, desidero invitarla a lavorare insieme a tutte le istituzioni coinvolte, per trovare soluzioni differenti da quella adottata, nel rispetto del diritto alla salute dei cittadini e del diritto allo studio dei nostri studenti e delle nostre studentesse”, aggiunge Azzolina.
Ma la risposta di Fontana non si fa attendere e promette alla Ministra una lettera formale con tutti i dati per avere una visione complessiva di ciò che sta succedendo all’interno della regione. Infatti, afferma: “È giusto sottolineare che da mesi la Regione Lombardia ha posto al centro dell’attenzione del Governo quanto grandi siano le difficoltà nel settore trasporto pubblico. Istanze che erano rimaste e continuano a rimanere inascoltate”.
Per tale motivo, ribadisce: “Visti e considerati i dati relativi alla curva epidemiologica della Lombardia, correlati alla situazione del sistema del trasporto pubblico locale, con particolare riferimento ai giovani che frequentano le scuole secondarie, ribadiamo essere necessarie decisioni stringenti. Fermo restando che se il ministro reputa eccessivi e non idonei i nostri provvedimenti può impugnarli”.
E di fronte alle diverse critiche mosse anche dai sindaci lombardi, ai microfoni di SkyTg24 dichiara: “O riduciamo la gente che va a scuola o quella che va al lavoro. Se con i provvedimenti che stiamo assumendo e che abbiamo assunto in questi giorni il contagio dovesse rallentare, non necessariamente fermarsi, ma rallentare, si potrebbe probabilmente evitare. Se l’impennata dovesse continuare può darsi che si prenda un provvedimento diverso“.
Tuttavia, in ambito scolastico anche le altre regioni stanno imponendo, con ordinanze d’urgenza, la didattica distanza rivolta ad almeno per il 50% degli studenti delle superiori: dopo Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio e Basilicata, adesso si è aggiunta la Puglia.
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