Ambiente, diritti, pace sono le tre bandiere che possono unire ogni persona in formazione dal bimbo che a tre anni inizia la scuola d’infanzia fino al laureando venticinquenne. E non si abbia paura di strumentalizzare, perché sono temi veri, che solo nel loro svilupparsi chiedono una lettura del mondo in chiave che alla lontana si potrebbe definire politica.
In realtà sono temi insiti nei corpi e nei cervelli: ambiente è il luogo dove vivo, diritti sono il riconoscimento dell’unione di uguaglianza e diversità, pace è la consapevolezza che non dobbiamo farci reciprocamente del male.
Compito di chi opera con questi bambini e ragazzi, e giovani adulti è di dare strumenti e contribuire a rendere ordinato (e “ricco” mediante la conoscenza di quanto l’umanità ha già elaborato) questo tris di pensieri. E qui nessun insegnante competente ha bisogno di lezioni, che non siano la comunicazione di pratiche didattiche dalle quali si possa ricavare “fior da fiore”.
Vincere la pigrizia, certo, e questo vale per il docente e per il discente, coppia dove ognuno è il motivatore e il motivando. Come dice Recalcati ogni insegnamento è un atto d’amore.
Ambiente: la propria aula, la propria casa, il quartiere e il mondo.
I documenti dell’Ipcc e gli esperimenti con l’acqua, a volte diversificando il percorso cronologico standard dal facile al difficile (seppure senza esagerare). Nell’ambiente stanno gli esperimenti e la visione dei documentari, le esperienze di condivisione (pianto gli alberi davanti alla mia scuola, o facoltà) e la denuncia pubblica. E ancora la misurazione del pm 10 sulla finestra di scuola e le piante che crescono sulla stessa finestra, nell’armadio e nell’aula, al bagnato e all’asciutto, con aria e chiuse in un sacchetto di plastica, per capire quali sono gli elementi indispensabili alla crescita fra luce, calore, ecc.
L’ambiente è il mondo, così si incontra il tema dei diritti.
Diritti: io sono uguale è diverso da te, dialettica hegeliana, unità degli opposti. Maschio e femmina, bianco e nero, tedesco e giapponese ci riconosciamo nella natura di essere umano, portatore di doveri e di diritti. È lo studio della storia, della Costituzione, dell’economia, delle guerre e della resistenza partigiana. In un percorso lineare, sul quale forse vengono dei dubbi (ma vengono anche ai ragazzi), e che comunque ha dei punti fermi, ad esempio la Shoah.
Lo sport è luogo di diritti e doveri, ma lo sono anche il gioco, la vita economica delle civiltà, la divisione in classi delle società, le lotte per il lavoro.
Terzo riferimento, la pace. Anche qui con dei punti fermi, come Hiroshima. La guerra come – purtroppo – costante della storia umana, la funzione delle religioni, il loro richiamo comune alla pace ma anche le contraddizioni che esse su questo contengono. “Dal cannone a retrocarica è nata la tecnologia della pentola a pressione”, il bene che sta dentro il male e viceversa. La storia delle guerre che è costante della storia dell’umanità, ma anche le Ong, la nonviolenza, l’obiezione di coscienza.
Tutto questo localmente e globalmente, sapendo usare la mappa dell’aula, gli atlanti cartacei, la carta del pianeta Google Maps; sull’oggi e sul passato, sapendo leggere o scrivere un diario, tracciare una linea del tempo, studiare su un libro di storia o su Wikipedia, apprendere le metodologie dell’archeologia, visitare e capire un museo della preistoria o della storia, raccogliere la testimonianza di una persona facendo le giuste domande, ricavare informazioni storiche da un film o da un romanzo.
Formare cittadini consapevoli!
Lorenzo Picunio
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