Come è noto l’Italia, in ambito Ocse, risultava, da sempre, uno dei paesi in cui gli insegnanti si formano di meno, ma col Governo del Pd il ministero dell’Istruzione, adottando il piano triennale di formazione dei prof, ha finanziato 490 milioni annui di cui 380 a favore della Card da 500 euro.
“A questi- specifica Il Sole 24 Ore- si sommano i 40 milioni ad hoc previsti dalla legge 107 (30 per formazione trasversale e disciplinare, i restanti 10 per il digitale). E sul piatto sono stati messi, pure, dai bandi Pon circa 70 milioni”.
Tuttavia la domanda che si pone è la seguente: quante delle risorse messe a disposizione sono andati per la “formazione pura” dei prof e quanti per l’acquisto di tablet, Pc, hardware e altro materiale come libri e abbonamenti per il teatro?
Si legge sul Sole: “Nel 2017, con l’avvento del borsellino elettronico, il 77% delle risorse è stato speso dagli insegnanti per tablet e pc (appena il 6,6% è andato alla formazione pura)”.
E quest’anno? «I numeri sono ancora parziali – risponde Davide D’Amico, a capo dell’ufficio formazione del Miur -. Al 10 maggio i fondi prenotati sono stati 201 milioni. Ebbene, 22 milioni verranno spesi per la formazione pura, siamo al 10,9 per cento. Se sommiamo anche i 36 milioni utilizzati l’acquisto di libri, che hanno comunque una finalità formativa, siamo già a 58 milioni, quasi 3 in più rispetto all’intero anno precedente. Altri 136 milioni andranno ad hardware e software, vale a dire tablet e pc, il 67% del totale. Anche qui c’è un calo rispetto al 2017. I restanti 7 milioni prenotati saranno utilizzati dai docenti per musei, spettacoli dal vivo, mostre, eventi culturali, cinema, teatro».
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