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Formazione continua: resta intatta la Carta del docente, ma sul modello “premiale” del decreto 36 non cambia quasi nulla. Il voto al Senato nelle prossime ore

Battute finali al Senato, nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e Cultura per l’esame del decreto legge 36.
Due le questioni su cui si è concentrato negli ultimi giorni il confronto all’interno della maggioranza e fra maggioranza e Governo.

Una riguarda la copertura delle spese previste per la formazione continua che – nella prima stesura del provvedimento – sarebbe dovuta derivare in parte dal taglio del fondo per la Carta del docente e in parte da una riduzione degli organici a partire dal 2026.
La seconda è la modalità di svolgimento dei concorsi con il ricorso della famigerata prova scritta con test a crocette.

Sulla prima questione il risultato è – come fanno sapere i parlamentari di Italia Viva Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini – che “il taglio è stato scongiurato almeno fino al 2024 grazie allo sforzo unitario della maggioranza di governo che ha consentito di trovare le risorse necessarie”.
“La carta – sottolinea Italia Viva – mette a disposizione di ogni docente di ruolo 500 euro all’anno per il proprio aggiornamento, è una delle innovazioni introdotte dalla buona scuola più apprezzata dal corpo docente e un suo ridimensionamento sarebbe stato inaccettabile; mancano ancora le coperture dal 2025 in avanti, che il governo si è impegnato a trovare in prossimi provvedimenti”.
Resterà invece quasi certamente il modello “premiale” legato alla effettiva partecipazione dei docenti alle attività formative anche se è possibile che cambi qualcosa rispetto al testo iniziale del decreto.

Sul problema del test a crocette le difficoltà invece permangono tutte e sono legate a due questioni: da un lato c’è il fatto che questa modalità consentirebbe una minore durata dei concorsi e quindi garantirebbe al Governo di mantenere fede agli impegni assunti con l’Unione europea di procedere alle assunzioni dei docenti in tempi ragionevoli e dall’altro c’è il tema dei costi, in quanto si eviterebbe di dover costituire commissioni di concorso che debbano lavorare per molto tempo.
Sostituire il test a crocette con prove concorsuali capaci davvero di selezionare i docenti migliori e più preparati sarebbe indispensabile: è questo il parere unanime di tutte le forze politiche, compresa l’opposizione di Fratelli d’Italia, ma a quanto pare il Governo sembra non voler cedere su questo punto.

Stando alle ultime notizie, i lavori delle Commissioni riunite Affari Costituzionale e Cultura dovrebbe riprendere alle ore 21.30 e probabilmente andranno avanti fino a tarda notte perché è intenzione dei parlamentari di concludere l’esame del provvedimento entro la giornata di venerdì.
Martedì 21, infatti, è previsto il voto in aula e quindi non c’è molto tempo per continuare a discutere.

Reginaldo Palermo

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