Quello della formazione in servizio dei docenti è uno dei nodi più controversi del decreto legge 36 che è ormai legge dello Stato in vigore da giovedì 30 giugno.
La questione si “trascina” da tempo immemorabile: fu il Ministro Luigi Berlinguer a volere già alla metà del anni ’90 una norma che prevedeva scatti stipendiali collegati all’attività di formazione (bisogna “mettere insieme” 100 ore di formazione nell’arco di 6 per avere diritto allo scatto.
La norma venne poi eliminata con un CCNL successivo.
Di obbligo di formazione si tornò a parlare all’epoca dei ministeri Carrozza e Profumo, ma fu con la legge 107 del 2015 che venne fissato il principio della formazione continua, strutturale e obbligatoria.
In realtà, però, non sempre e non in tutte le scuole la regola ha trovato applicazione.
Con la legge di bilancio del 2020 era prevista una formazione obbligatoria di 25 ore sui temi dell’inclusione per tutti i docenti che operano in classi che accolgono alunni con disabilità.
Di fatto in questi anni è capitato di tutto e di più, anche se il tema è molto rilevante e meriterebbe maggiore attenzione da parte di tutti i soggetti coinvolti, Ministero, sindacati, associazioni professionali.
Ma sentiamo cosa ne pensa in proposito il presidente dell’ANP Roma Mario Rusconi che ne ha parlato nel corso di una nostra diretta andata in onda il 29 giugno scorso.
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