Dopo un lungo confronto in Parlamento sul decreto 36, che ha portato a continue modifiche del testo iniziale, a quanto sembra l’ok definitivo al testo è arrivato, al Senato, e dunque adesso il passaggio alla Camera dovrebbe essere veloce, dato che mancano 5 giorni alla scadenza entro la quale il DL dovrà essere convertito in legge, il 29 giugno, tempistica che a questo punto rende praticamente “blindato” il testo.
Intanto nel pomeriggio di giovedì 23, come ha anticipato il nostro vice direttore Reginaldo Palermo, il testo è arrivato alle Commissioni e lunedì inizierà l’esame in aula e per il pomeriggio sono già previste le prime votazioni. In vista dell’approvazione finale, abbiamo adesso disposizione non solo il nuovo testo così come approvato dal Senato ma anche un ampio dossier di documentazione che fornisce molto materiale per approfondire diversi aspetti del provvedimento.
Sul tema delle nuove modalità di formazione è intervenuto in termini critici Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli insegnanti, nella nostra diretta del 23 giugno: “Il DL 36 – contesta – va a toccare delle prerogative contrattuali sul fronte della formazione. Quando si stabiliscono delle ore di lavoro obbligatorie in più, per esempio per i nuovi assunti, questo non può andar bene al sindacato, perché chi fa lo stesso lavoro deve avere lo stesso orario.”
E continua mettendo al centro la questione della remunerazione: “La formazione, che è certo necessaria, è attività lavorativa, lo sottolineiamo, e non può essere pagata in termini forfettari. Noi non possiamo digerire questa cosa del pagamento forfettario. Sappiamo come si traduce: o non si paga per nulla, questa formazione, o si paga a livelli indecorosi”.
Il riferimento normativo contro cui obietta il sindacalista è lo stralcio di legge che norma la formazione incentivata:
La partecipazione ai percorsi di formazione avviene su base volontaria e può essere retribuita con emolumenti nell’ambito del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, prevedendo compensi in misura forfettaria secondo criteri definiti dalla contrattazione collettiva.
E in uno stralcio successivo si ribadisce: per l’orario aggiuntivo svolto dal docente in formazione, funzionale all’ampliamento dell’offerta formativa, è corrisposto comunque un compenso in misura forfetaria.
Infine, conclude Rino Di Meglio: “Un altro problema è la garanzia della qualità del lavoro: c’è la formazione seria fatta dall’università, e c’è anche la formazione non seria, laddove si acquistano, ad esempio, 24 Cfu con 500 euro in una settimana. Permetteteci di avere qualche preoccupazione”.
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