Formazione docenti, Giuliani: l’aggiornamento obbligatorio era inevitabile

Se il Governo ha deciso di investire sulle competenze e sulla formazione permanente obbligatoria degli insegnanti, lo ha fatto anche per adeguarsi al resto d’Europa.

A dirlo è stato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola, nel corso della rubrica settimanale “L’angolo del direttore” andata in onda il 29 maggio su Radio Cusano.

“Sino a qualche anno fa l’insegnante iniziava a fare le supplenze oppure vinceva il concorso, veniva assunto e passava anche l’intera carriera, per poi andare in pensione, senza avere mai svolto corsi di formazione. E senza avere alcun motivo di aggiornamento obbligatorio: era una situazione anacronistica, che non aveva più motivo di esistere”.

Anche perché da Bruxelles negli ultimi anni sono stati imposti “dei vincoli stringenti per tutte le professioni e professionalità, che prevedono dei periodi indispensabili di formazione in itinere e permanente”, ha ricordato Giuliani.

“Ora, però, per tracciare il primo resoconto prima fase di formazione obbligatoria, introdotta con la riforma della Buona Scuola, bisognerà attendere tre anni; perché il primo piano progettuale formativo, che ha preso inizio in questo anno scolastico, si concluderà solo nel 2018/19”.

Fa bene il Governo a ricordarlo e ad aspettarsi molto, anche perché sono stati stanziati diversi milioni di euro. A questo proposito, Giuliani ha ricordato che comunque “per i docenti non c’è nessun obbligo di ore di formazione da svolgere, al momento. A meno che non le abbiano indicate i Collegi dei docenti. I quali – ha continuato – rimangono centrali nell’indirizzare la mission e i contenuti della formazione, deliberando macro-argomenti e temi principali da affrontare durante i corsi”.

Durante della trasmissione, il nostro direttore ha ribadito che coloro che “non spenderanno il bonus da 500 euro per l’auto-aggiornamento professionale di quest’anno, introdotto con il comma 121 della Legge 107/2015, avranno comunque modo di utilizzarlo assieme a quello del prossimo: quindi, hanno altri 15 mesi di tempo, fino al 31 agosto 2018, e potenzialmente potranno avere a disposizione fino a mille euro. A meno che non si tratti di somme dell’anno scolastico 2015/16: in questo caso vanno spese per forza entro il prossimo 31 agosto e se ciò non accadrà, la somma corrispondente non spesa verrà sottratta dai 500 euro del prossimo anno”.

 

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Si è anche parlato di vaccinazioni (“nel periodo estivo i tempi di attesa imposti dalla Asl diventeranno ancora più lunghi rispetto agli altri periodi dell’anno, per via della riduzione del personale sanitario a causa della fruizione delle ferie, ma entro settembre per le famiglie l’importante sarà presentare alle scuole un documento che attesti la fissazione dell’appuntamento”) e della protesta dei dirigenti scolastici del 25 maggio.

Su questo punti Giuliani ha detto che si è trattato di un’iniziativa “riuscita, con una corposa delegazione ricevuta dalla ministra Fedeli, la quale ha preso nota delle contestazioni mosse, partendo dagli stipendi bassi in rapporto alle eccessive responsabilità e ai carichi di lavoro, complicati dal fatto che, a loro modo di vedere, nelle segreterie lavora meno personale e spesso composto da collaboratori scolastici promossi ad assistenti amministrativi, non di rado anche in possesso dei permessi dovuti all’invalidità”.

 

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Redazione

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