I dirigenti tecnici favoriranno lo sviluppo della formazione dei docenti sulla didattica orientativa e sulla didattica per competenze, sulle metodologie di tipo collaborativo ed esperienziale, tale da promuovere la motivazione all’apprendimento degli studenti, sostenere i processi di apprendimento, nonché consentire il superamento di una didattica trasmissiva, vantaggio di un’innovazione didattica sempre più tesa al successo formativo di tutti e di ciascuno, nel rispetto della libertà di insegnamento che punti ad una professionalità orientata alla ricerca. Così il recente parere del Cspi sullo schema di decreto del ministro dell’Istruzione recante Modalità di esercizio della funzione tecnico-ispettiva che spinge peraltro sul concorso (già autorizzato ai sensi del decreto-legge n. 126/2019, convertito con modificazioni dalla legge n. 159/2019) in vista di un necessario ampliamento dell’organico di dirigenti tecnici.
Insomma, si faccia meno didattica frontale e più didattica attiva (con particolare riguardo a quella orientativa, per competenze, partecipativa).
Un suggerimento, quello del Cspi, in linea con l’importanza che, negli ultimi anni (anche in relazione alla pandemia e alla didattica a distanza), hanno rivestito sia l’innovazione didattica che la ridefinizione degli ambienti di apprendimento come leve fondamentali per la realizzazione di una scuola sempre più capace di rispondere alla società e alla complessità del XXI secolo.
Insomma, la figura ispettiva, così come concepita dal ministero dell’Istruzione e dal Consiglio superiore della pubblica istruzione, interverrà a supporto delle scuole anche nell’ambito della formazione docenti, con riguardo non solo all’aggiornamento in itinere del corpo insegnante ma anche alla formazione iniziale: ad esempio, il Cspi rileva che il dirigente tecnico, in quanto figura di continuità e di coordinamento, è coinvolto nello svolgimento dell’anno di formazione e prova dei docenti neoassunti, intervenendo nelle conferenze tecniche e fornendo indicazioni alle scuole.
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