La Uil Scuola analizza proposta del piano nazionale di formazione per il prossimo triennio che il Miur ha presentato ai sindacati nell’incontro del primo settembre.
“Con la procedura a bando, si legge sul sito Uil Scuola, le reti di scopo o di ambito, dovranno realizzare piani triennali di formazione delle scuole i quali dovranno intrecciare il piano nazionale ed il piano individuale di sviluppo professionale che ciascun docente dovrà concordare con il dirigente scolastico, oltre che rendicontare nel portfolio professionale; quest’ultimo servirà a documentare la carriera e l’esperienza formativa quale base per le candidature alla cosiddetta ‘chiamata diretta’ in cui il dirigente sceglie il docente da applicare nella scuola.Grave e irresponsabile è il principio per il quale ‘i cattivi risultati formativi degli studenti sono messi in relazione diretta con la disponibilità del docente a formarsi ed aggiornarsi’, dimenticando tutta la miriade di fattori che influiscono sugli esiti educativi.
Ecco il documento proposto, in sintesi:
– non si prende cura delle stesse esigenze di formazione del personale ATA e dei Dirigenti Scolastici;
-istituisce una cabina di regia nazionale formata da soli rappresentanti del Miur e dai ‘migliori esperti’;
– disconosce le previsioni del contratto sulla commissione bilaterale;
– ancor più gravemente ignora tutti i passaggi e le funzioni che il contratto ha finora assegnato agli organi collegiali, riducendo la formazione solo a rapporto gerarchico tra docente e dirigente scolastico, trascurando ogni valore della comunità educativa e della collegialità.
Ci sembra un pessimo inizio e non è certo un auspicabile augurio di buon lavoro, sottolinea la Uil Scuola, che dichiara: “viene imposto in questo modo un sistema che nega di fatto i principi generali di valorizzazione dell’ autonomia scolastica, solo evocata dalla legge 107, ma nei fatti, negata da interventi attuativi ispirati ad un nuovo unilaterale centralismo e burocratico. E’ un sistema inaccettabile in quanto alla correttezza formale di definire un modello di formazione innovativo che valorizzi il contributo dei docenti alle continue sfide che lo sviluppo sociale ed economico impongono alla scuola, si risponde con approccio tutto ideologico e punitivo, per un’efficace formazione in servizio, bisogna tenere conto dei diritti dei lavoratori oltre che dei loro doveri, bisogna avere rispetto della professionalità che posseggono ed evitare la demotivazione di una formazione obbligatoria che, peraltro abbiamo conosciuto e soppresso per il fallimento della stessa”.
“Ciò può realizzarsi solo attraverso un accordo in sede di rinnovo contrattuale che faccia sintesi di tutti gli elementi propri della professionalità e della specifica funzione professionale, prosegue il sindacato guidato da Pino Turi. Con questa nuova prospettiva si colpiscono ancora una volta i lavoratori della scuola, i più vessati dal nuovo corso. Non può una legge intervenire a gamba tesa aumentando i carichi di lavoro già pesanti, senza alcuna contropartita”.
“Più interessante e da ampliare è la scommessa che delinei, prosegue la Uil Scuola, attraverso la formazione una carriera professionale fondata sulla esperienza lavorativa e sulla formazione continua, da mettere a punto anche con un uso più saggio e funzionale dei finanziamenti disponibili”.
“In attesa di ciò, conlude il comunicato Uil Scuola, il ministero deve avere la bontà e la pazienza di avviare una seria riflessione su questi temi, lasciando che la formazione venga regolamentata ancora secondo il principio della attività funzionale all’insegnamento, e del relativo monte ore annuo. Con l’auspicio che sia per poco e che il rinnovo prenda forma al più presto la UIL ritiene che questo tema debba essere oggetto di confronto al più alto livello politico. Ne presenterà tutti i limiti e le contraddizioni nell’incontro chiesto unitariamente al ministro nella lettera trasmessa ieri”.
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