Formazione e istruzione, “chance” per i detenuti del Lazio

L’Assessorato all’Istruzione della Regione Lazio ha promosso il progetto “Chance” per la sperimentazione di un sistema di istruzione, formazione ed accompagnamento al lavoro dei carcerati della Regione, presentato oggi in Regione dall’Assessore all’Istruzione, Silvia Costa, alla presenza dell’Assessore regionale agli Affari istituzionali e sicurezza, Regino Brachetti, del Presidente della Commissione regionale Sicurezza, integrazione sociale e lotta alla criminalità, Luisa Laurelli e del Garante regionale dei Diritti dei detenuti, Angelo Marroni.
Il bando, che prevede un finanziamento di 2,5 milioni di euro mediante il Fondo sociale europeo, è frutto di una accurata consultazione di tutti i direttori delle carceri e del Garante dei detenuti, in seguito alla quale sono stati predisposti i questionari per rilevare i fabbisogni formativi dei soggetti in stato di detenzione ed i corsi da realizzare, al fine di rispondere in modo adeguato alle loro effettive esigenze.
“La totalità della popolazione carceraria ritiene che le attività di formazione professionale finalizzate all’occupazione possano offrire ai soggetti reclusi reali occasioni di recupero. Il 57% ritiene che l’accesso ai percorsi educativi e formativi sia importante, il 43% molto importante. Questi dati, davvero significativi, sono emersi dalle schede di rilevazione distribuite nelle 14 strutture carcerarie della Regione, e possono dare la misura di quanto sia forte l’esigenza di istruzione e di formazione nelle carceri”
E’ quanto dichiarato dall’Assessore all’Istruzione, Silvia Costa: “Abbiamo voluto rispondere a questi bisogni – ha sottolineato l’Assessore Costa – anche a seguito della Risoluzione del Consiglio regionale, nonché delle richieste della Commissione regionale competente in materia di sicurezza e integrazione, che auspicavano un’intensificazione di tali interventi.”
“Abbiamo quindi avviato un Tavolo con tutti gli interlocutori interessati – ha proseguito Silvia Costa – e, attraverso la rilevazione effettuata nelle strutture carcerarie della nostra Regione, abbiamo potuto conoscere con esattezza le reali necessità della popolazione carceraria. Tra queste,in primo luogo vi è la formazione professionale, di breve durata e con percorsi flessibili e modulari, in particolare nei settori dell’edilizia, della ristorazione e dell’artigianato; inoltre l’alfabetizzazione informatica, il recupero degli studi, i corsi universitari in modalità e-learning. Per quanto riguarda gli immigrati, sono emerse necessità di apprendere la lingua italiana e di effettuare percorsi che valorizzino la cultura di provenienza” ha concluso l’Assessore Silvia  Costa.
 
“L’iniziativa dell’Assessore Costa si integra con quella da noi realizzata in collaborazione con la Facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma e con il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, diretta a formare gli operatori penitenziari – ha detto l’Assessore agli Affari istituzionali, Regino Brachetti – Si tratta della prima esperienza del genere, per il momento riservata al penitenziario di Rebibbia, il più grande del Lazio. Il corso è rivolto agli agenti della Polizia penitenziaria, agli educatori carcerari, ai medici e a tutti gli altri soggetti professionali che lavorano all’interno degli istituti di reclusione. Il suo obiettivo è dotare il personale delle nozioni di psicologia necessarie ad affrontare e stemperare condizioni ambientali particolarmente difficili, in cui la popolazione carceraria è composta, per oltre il 30%, da detenuti immigrati” ha concluso l’Assessore Brachetti.
 
Al Tavolo di lavoro hanno partecipato, oltre all’Assessore Silvia Costa, anche la Presidente della Commissione regionale Sicurezza e integrazione, Luisa Laurelli, il Garante dei diritti dei detenuti, Angelo Marroni, il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Bruno Pagnani, il Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria per il Lazio, Ettore Ziccone.
Il progetto si avvale della collaborazione di Filas – Finanziaria laziale di sviluppo, incaricata della gestione, del monitoraggio e del coordinamento dell’iniziativa.
 
Il totale dei reclusi nelle 14 carceri del Lazio è, dopo l’indulto, di 3332 soggetti, 3033 dei quali uomini, prevalentemente nella fascia d’età 30-49 anni (55%). Gli immigrati sono
1277 (38%), l’87% dei quali uomini; i Paesi di provenienza sono prevalentemente quelli dell’Est europeo (469 unità), dell’Africa (216) e dell’area balcanica (147).
Gli elementi fondamentali di cui si dovrebbe tener conto, secondo gli intervistati, per migliorare l’organizzazione di interventi formativi, sono, tra gli altri, la sottoscrizione di accordi con le aziende, la messa a punto di iniziative dirette a formare figure professionali spendibili nel mercato del lavoro, la possibilità di effettuare attività di laboratorio. Per migliorare l’organizzazione di interventi di inserimento lavorativo, invece, sarebbe utile sensibilizzare le imprese sulle facilitazioni per l’assunzione di persone già detenute, migliorare le loro competenze professionali e mettere a punto il servizio di accompagnamento al lavoro.
Redazione

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