Quali nuove professionalità saranno necessarie e quali, invece, potrebbero essere destinate a sparire nel breve periodo?
Secondo il World Economic Forum, entro il 2020, a livello globale, attraverso le spinte tecnologiche si potranno creare circa due milioni di posti di lavoro, contro la dissoluzione di approssimativamente sette milioni delle occupazioni attuali. Le posizioni professionali maggiormente colpite dovrebbero essere relative alle aree amministrative e alla produzione con, rispettivamente, 4,8 e 1,6 milioni di posti destinati a scomparire. A compensare parzialmente tali perdite sarà, invece, la crescita nelle assunzioni nell’area finanziaria, nel management, nell’It e nell’ingegneria.
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Industry 4.0, prima ancora che porre una questione del come sviluppare il grado tecnologico dell’impresa, impone riflessioni sul come sviluppare una cultura e delle competenze per fare impresa in modo diverso.
In sintesi, spiega Il Sole 24 Ore, più che a rivoluzionare il processo industriale si dovrebbe pensare a creare la cultura dell’industrializzazione del processo, investendo sulle persone che tali macchinari saranno chiamate a far funzionare. E tale investimento non può che passare attraverso una scuola più moderna e percorsi universitari e formativi volti a creare (o ri-creare) figure professionali più coerenti con ciò che il mondo del lavoro oggi chiede.
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