Attualità

Formazione in itinere: pagare i docenti con i fondi del PNRR

Il PNRR, con le sue ingenti risorse, è da mesi al centro del dibattito politico e sindacale; tutti si aspettano che le misure previste dal Piano servano ad avviare un processo virtuoso di riforma, ma la sensazione che ne abbiamo è che ci sia ancora un po’ di confusione.
A dipanare la matassa ci prova adesso la segretaria generale di Cisl Scuola che sottolinea come sull’intera operazione manchino l’informazione e soprattutto il coinvolgimento delle parti sociali.

Secondo Gissi ciò che sta accadendo “è ben lontano dall’impegno assunto in modo esplicito nel Patto per la Scuola al centro del Paese, di ‘innescare processi di innovazione partecipata’ nell’ambito dei quali porre le condizioni perché sulle questioni affrontate si proceda attraverso la ricerca di soluzioni condivise.”
“Il Patto sottoscritto fra le organizzazioni sindacali e il Governo – ricorda la segretaria generale – individua il sistema delle relazioni sindacali come snodo funzionale cruciale per lo sviluppo di nuovi modelli di organizzazione del lavoro”.
“Per quanto ci riguarda – conclude Maddalena Gissi – noi siamo pronti da subito a confrontarci, chiediamo che sul dossier PNRR sul sistema di istruzione si apra immediatamente una fase di dialogo, che non può più attendere, con le organizzazioni sindacali firmatarie del Patto. Su questioni come il reclutamento e il trattamento economico del personale (tanto per citare due temi ricorrenti sui mezzi di informazione) occorre tenere fede agli impegni sottoscritti e promuovere la più ampia condivisione”.

Come abbiamo scritto più volte i fondi del PNRR non possono essere utilizzati, come qualcuno sperava, per incrementare gli stipendi del personale; addirittura c’è stato anche chi ha pensato che i fondi potessero essere impiegati per aumentare le risorse contrattuali. Così non è, ma forse potrebbe esserci una strada (e probabilmente Cisl Scuola sta pensando proprio a questa possibilità): il PNRR sottolinea con il ruolo centrale della formazione continua del personale della scuola e dei docenti in modo particolare. Allora, forse, si potrebbero usare la quota destinata alla formazione per sostenere l’attività dei docenti impegnati proprio nella formazione. E’ una possibilità che va però verificata e probabilmente anche concordata con gli organismi dell’Unione europea.

Reginaldo Palermo

Articoli recenti

Concorso docenti 2024, costituzione delle commissioni giudicatrici, presentazione della domanda

Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…

22/12/2024

Docenti supplenti, ecco quando ai precari spetta la continuità del contratto per il periodo di vacanza e sospensione dell’attività didattica

Una docente precaria con un contratto a tempo determinato da parte del dirigente scolastico fino…

22/12/2024

Legge di bilancio: mancano risorse per le famiglie che mandano i figli nei centri estivi

Finita la scuola, a giugno, molte famiglie potrebbero essere in diffcoltà perchè non avranno la…

22/12/2024

Grammatica valenziale, esempi e pratiche: perché è importante agire sul ragionamento più che sulla memoria

La grammatica valenziale insegna a comprendere la struttura della frase ragionando sui legami tra parole,…

22/12/2024

Cooperative learning, cosa fa l’insegnante facilitatore? Ecco come svolgere bene questo ruolo

Nel cooperative learning, l'insegnante facilitatore guida, osserva e supporta il lavoro di squadra. Organizza attività,…

22/12/2024

Certificazione internazionale di alfabetizzazione digitale, prezzo scontato: approfitta della promozione

La Certificazione Internazionale di Alfabetizzazione Digitale è ormai requisito di accesso per tutti i profili…

22/12/2024