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Formazione incentivata: l’Invalsi entra nella valutazione dei docenti

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La formazione incentivata, così come disposto dal recente decreto 36 che prossimamente inizierà il suo iter in Parlamento verso l’approvazione in legge (entro la fine del mese di giugno), non produrrà in automatico, a chi dovesse formarsi, il riconoscimento dell’incentivo, come abbiamo più volte spiegato, ma comporterà una valutazione da parte di un comitato, integrato da un dirigente tecnico o da un dirigente scolastico di un altro istituto scolastico.

Le verifiche intermedie e finali

In altre parole, il decreto lega il riconoscimento dell’incentivo a delle verifiche intermedie annuali, svolte sulla base di una relazione presentata dal docente sull’insieme delle attività realizzate nel corso del periodo oggetto di valutazione; nonché a una verifica finale nella quale il docente dà dimostrazione di avere raggiunto un adeguato livello di formazione rispetto agli obiettivi. In caso di mancato superamento della prova finale, tuttavia, questa potrà essere ripetuta l’anno successivo, il che significherebbe – lo ricordiamo – che l’incentivo arriverebbe nella busta paga del docente a 4 anni dall’inizio del percorso formativo (il quale è di durata triennale), sempre ammesso che la seconda verifica finale vada a segno e permetta al docente di rientrare in quel 40% di fortunati cui spetta l’incentivo, con un criterio selettivo molto contestato dai sindacati.

Chi stabilisce quale sarà il modello di valutazione?

Il modello di valutazione cui il comitato valutativo dovrà fare riferimento verrà introdotto da un apposito decreto del ministro dell’Istruzione, redatto con la consulenza dell’INVALSI (probabilmente in relazione agli indicatori di performance che dovranno essere adoperati). Lo si legge nella relazione tecnica che accompagna la discussione del decreto in Parlamento, in vista della sua conversione in legge.

A quel punto, la Scuola di Alta Formazione, sulla base del modello di valutazione istituito, avvierà dall’anno scolastico 2023/2024 un programma di monitoraggio e valutazione degli obiettivi formativi specifici per ciascun percorso di formazione, ivi compresi gli indicatori di performance, che sono declinati dalle singole istituzioni scolastiche secondo il proprio Piano triennale dell’offerta formativa.

Nella verifica finale, quindi, il comitato di valutazione dei docenti tiene anche conto dei risultati ottenuti in termini di raggiungimento degli obiettivi e di miglioramento degli indicatori.

L’esatta dicitura nel documento del Senato

La Scuola di Alta Formazione, sulla base di un modello di valutazione approvato con decreto del Ministro dell’istruzione, sentito l’INVALSI, avvia dall’anno scolastico 2023/2024 un programma di monitoraggio e valutazione degli obiettivi formativi specifici per ciascun percorso di formazione, ivi compresi gli indicatori di performance, che sono declinati dalle singole istituzioni scolastiche secondo il proprio Piano triennale dell’offerta formativa, anche al fine di valorizzare gli strumenti presenti a normativa vigente.