Dal disegno di legge sulla scuola spunta anche l’obbligo di aggiornamento per i docenti. Sta scritto tutto nell’articolo 20, quello in cui si parla anche della “Carta del prof” e soprattutto nella relazione tecnica.
La novità è di tutto rilievo anche perchè – a conti fatti – si traduce in un maggiore impegno di lavoro, quasi certamente non retribuito, di almeno 50 ore annue.
Il Ministero, infatti, ha già addirittura ipotizzato un “modello” formativo così articolato:
1) Condivisione del percorso formativo (incontri di accoglienza e fine corso per la durata complessiva di 5 ore a gruppi di massimo 250 docenti);
2) Laboratori formativi dedicati (4 laboratori dedicati ad approfondimenti di 3 ore ciascuno a gruppi di massimo 30 docenti e 4 ore di autoformazione e rielaborazione dell’esperienza);
3) attività peer to peer (5 ore di affiancamento di ciascun docente ad un tutor della scuola per scambio di esperienze tra pari e 4 ore di autoformazione e rielaborazione dell’esperienza);
4) formazione on-line (20 ore di formazione on-line su piattaforma informatica).
Il costo complessivo, coperto da un apposito stanziamento che decorrerà dal 2016, è stimato in una cifra di poco inferiore a 40miioni di euro.
Qualche osservazione è d’obbligo.
Parliamo per esempio della fase del percorso formativo relativa all’accoglienza e al fine corso. Si prevede che sia diretta a 250 insegnanti riuniti in un unico locale. Forse al Ministero non sanno che nelle aree più periferiche non esistono scuole con locali di tali dimensioni e se anche la scuola riuscisse procurarselo (ma l’affitto da chi verrebbe pagato) si presenterebbe subito un altro problema: i partecipanti al corso dovrebbero forse raggiungere la sede del corso pagandosi le spese di viaggi di tasca propria? Senza considerare che per i relatori viene previsto un compenso orario di 40 euro (attualmente è di circa 41,50) ma non sono considerate neppure per loro le spese di viaggio.
Per l’attività peer to peer e per il tutoraggio sono previste somme pressochè simboliche che non serviranno di certo a motivare gli insegnanti migliori.
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