“Ormai in Italia l’aggiornamento professionale obbligatorio è previsto per tutte le categorie di lavoratori: mancavano solo gli insegnanti”.
A ricordarlo, a Radio Cusano Campus, nel corso della trasmissione Open Day del 3 ottobre, è stato il nostro direttore Alessandro Giuliani, interpellato dalla radio universitaria per commentare il piano nazionale di formazione dei docenti presentato al Miur poche ore prima.
“Fare il giornalista, come l’architetto, il medico o l’avvocato, comporta ormai da tempo il conseguimento di un numero minimo di crediti annui. D’ora in poi, varrà anche per gli insegnanti”, ha detto Giuliani, ricordando di aver conosciuto dei docenti, ormai in pensione, “le cui ultime lezioni formative corrispondevano alla preparazione universitaria o all’anno di straordinariato: oggi, nel 2016, non potevamo ancora andare avanti così”.
Nel corso della trasmissione, si è parlato anche di orario di svolgimento dei corsi formativi obbligatori: “non si svolgeranno in orario di servizio – ha precisato Giuliani – e questo ci è stato detto chiaramente da un ispettore Miur che si sta occupando dei decreti attuativi. Perché la formazione obbligatoria non ha nulla a che vedere con la didattica frontale, ma nemmeno con le canoniche 40 più 40 ore a completamento degli impegni annuali. Quindi, si tratta di ore extra”.
“È anche vero che, trattandosi, di un impegno aggiuntivo, un surplus di lavoro, a rigor di logica dovrebbe prevedere almeno una diaria o un rimborso. Al ministero, però, su questo aspetto tutto tace. Per cui, i sindacati si suppone che presto andranno alla carica per avere chiarimenti, anche perché nel contratto in vigore non vi è alcuna indicazione alla formazione obbligatoria. Novità, invece, prevista dalla Legge 107/15. Che, a tale scopo, ha anche introdotto il bonus di autoaggiornamento da 500 euro annui, che infatti varranno anche per acquisire una parte dei crediti formativi”, ha detto ancora il direttore.
A proposito delle dichiarazioni di Renzi, rilasciate domenica 2 ottobre alla Scuola di formazione Pd, sulla necessità di andare a parlare nelle scuole e nei licei per rispondere a chi oggi cerca di convincere gli studenti che in caso di sì al referendum costituzionale “ci sarà una deriva autoritaria”, Giuliani non si è detto d’accordo: “Renzi ha evidentemente parlato da leader del Partito democratico e non come premier. In ogni caso, sarebbe bene asciare la politica, come le diatribe sul referendum, fuori dalle scuole. Non è il luogo adatto, anche perché la stragrande maggioranza degli alunni sono minorenni”.
LA TRACCIA AUDIO DELL’INTERVENTO DEL DIRETTORE