Con l’avvio del nuovo anno si potrebbe tornare parlare del tema dell’obbligo di formazione per tutti i docenti che operano in classi con alunni disabili.
Come è noto con la legge di bilancio per il 2021 era stata introdotta una norma per rendere obbligatorie 25 ore di formazione sui temi della disabilità e dell’inclusione, ma su questa disposizione le organizzazioni sindacali hanno puntato i piedi fin da subito perché la considerano una invasione delle prerogative contrattuali.
I corsi sarebbero dovuti iniziare già nel corso del 2020/21 anche perché la norma stanziava specifiche, seppure modeste, risorse.
Sul fatto che la formazione obbligatoria in materia di inclusione sia la strada giusta da seguire sono d’accordo in tanti, a partire da Raffaele Iosa, ex ispettore scolastico, per molti anni responsabile dell’Osservatorio nazionale sull’handicap, che osserva: “Queste 25 ore di formazione obbligatoria per tutti rappresentano un importantissimo elemento di rottura e di novità; la disposizione, infatti, ci richiama alla necessità che tutti i docenti dispongano di un adeguato bagaglio di conoscenze e competenze, generali seppure non specialistiche, sul tema dell’inclusione. D’altronde già negli anni ’70, quando si iniziò ad accogliere i disabili nelle classi comuni, l’inclusione era stata considerata competenza di tutti gli insegnanti ed elemento strutturale nell’organizzazione di una scuola”.
Di fatto, però, il decreto che istituisce i corsi è arrivato molto tardi, a fine giugno, e quindi tutto è stato rinviato.
Probabilmente il ritardo è legato anche al tentativo del Ministero di evitare lo scontro diretto con i sindacati del comparto.
Ma adesso il problema si ripropone e una decisione dovrà essere assunta a breve, a meno che non si scelga un’altra strada che diversi osservatori danno per probabile.
La soluzione potrebbe essere quella di aspettare ancora due o tre mesi, giusto il tempo per consentire l’apertura del tavolo per il rinnovo del contratto nazionale.
In quella sede si potrebbe forse individuare un meccanismo che consenta di inserire l’obbligo di formazione per il personale docente (almeno su alcuni temi specifici come per esempio la valutazione, l’inclusione e l’educazione civica) compensandolo con una parte dell’aumento stipendiale.
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