Di breve durata (in media 150 ore) finalizzati all’acquisizione di competenze informatiche (47,6% dei corsi) e linguistiche, di base o avanzate (21,6): è questo il profilo dei corsi di formazione permanente in Italia tracciato dall’Isfol, Istituto per la Formazione Professionale dei lavoratori, al termine di una doppia ricerca presentata il 30 ottobre a Roma durante il convegno “Apprendimento permanente: verso la costruzione del sistema”. Dalle ricerche, realizzate nell’ambito dell’azione di sistema del Ministero del Lavoro e Previdenza sociale, è emerso anche che coloro che frequentano questo tipo di corsi sono ancora in prevalenza di età compresa tra i 26 e i 40 anni, occupati, di cittadinanza italiana e in possesso di diploma di scuola superiore.
“Un importante elemento qualificante dell’offerta di formazione permanente attivata dalle Regioni con il contributo del Fse – commentano dall’Isfol – è rintracciabile nel forte appeal esercitato sui destinatari. Infatti, il numero di domande presentate dalle persone in possesso dei requisiti richiesti è stato, nel complesso, molto maggiore dei posti messi a disposizione”.
Dalla ricerca emerge anche che il sistema di formazione permanente italiano ha un tasso di partecipazione ad attività formative complessivamente del 6,2%, a fronte di una media europea del 10,8%. Inoltre, per quanto riguarda le fasce di età degli adulti partecipanti all’apprendimento formale il 12% è concentrato nella fascia 25-34 anni e solo lo 0,6% nella fascia di età 55-64 enne. La situazione è particolarmente grave per coloro che possiedono bassi titoli di studio se si tiene conto che, secondo i dati Eurostat 2005, soltanto l’1% della popolazione 25-64enne con un titolo di studio inferiore alla scuola secondaria superiore ha usufruito di opportunità formative. “Per coinvolgere le fasce più svantaggiate e formulare una domanda più consapevole – conclude l’Isfol – bisogna puntare su forme di sensibilizzazione, informazione e orientamento specifiche per gli adulti, affiancando ad esse una vera e propria ‘educazione’ all’apprendimento lungo tutto il corso della vita”.
Dalla ricerca emerge anche che il sistema di formazione permanente italiano ha un tasso di partecipazione ad attività formative complessivamente del 6,2%, a fronte di una media europea del 10,8%. Inoltre, per quanto riguarda le fasce di età degli adulti partecipanti all’apprendimento formale il 12% è concentrato nella fascia 25-34 anni e solo lo 0,6% nella fascia di età 55-64 enne. La situazione è particolarmente grave per coloro che possiedono bassi titoli di studio se si tiene conto che, secondo i dati Eurostat 2005, soltanto l’1% della popolazione 25-64enne con un titolo di studio inferiore alla scuola secondaria superiore ha usufruito di opportunità formative. “Per coinvolgere le fasce più svantaggiate e formulare una domanda più consapevole – conclude l’Isfol – bisogna puntare su forme di sensibilizzazione, informazione e orientamento specifiche per gli adulti, affiancando ad esse una vera e propria ‘educazione’ all’apprendimento lungo tutto il corso della vita”.
Per fornire un quadro di riferimento completo, è stata realizzata parallelamente anche una ricerca comparativa sulle specifiche misure e azioni attuate in Francia, Germania, Regno Unito, Svezia per accrescere l’inclusione nei percorsi di apprendimento ed individuare elementi di possibile trasferibilità nel contesto italiano. Dalle ricerche effettuate è emerso il grande sforzo fatto dai quattro Paesi al fine di creare condizioni di maggiore equità ed efficienza nell’educazione degli adulti. I paesi presi in esame presentano infatti una progressiva accentuazione della differenziazione e complementarietà dei compiti tra i diversi livelli: nazionale, regionale, provinciale e comunale.