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Formazione permanente, interessa solo 2 italiani su 10

Sulla formazione permanente dobbiamo ancora tanto crescere: nell’arco di un anno otto italiani adulti (con almeno 18 anni) su dieci (il 79,6%) non seguono infatti nemmeno un corso di formazione, d’istruzione o lavorativo; due su tre (il 67,7%) non sono proprio interessati, mentre appena uno su quattro (il 23,8%) vorrebbe ma non ne ha la possibilità pratica.
I risultati sono quelli di un’importante indagine realizzata dall’Istat nel maggio 2006 su un campione di 24 mila famiglie, pari a circa 54 mila persone, e resi noti il 10 gennaio: dallo studio emerge chiaramente come i cittadini del Belpaese facciano davvero fatica ad intraprendere volontariamente la strada della formazione. A meno che non siano in qualche modo “obbligati”: a tal proposito è significativo il fatto che più di un terzo dei corsi seguiti sono erogati direttamente o indirettamente dal datore di lavoro, che in caso di spese a carico dei lavoratori, aiuta più gli uomini (29%) che le donne (20%).
Tendenzialmente, gli uomini frequentano di più corsi organizzati dal datore di lavoro e da organizzazioni legate al datore di lavoro, mentre le donne seguono più degli uomini quelli svolti da scuole, università e privati.
Tra chi invece ammette di non aver avuto alcuna intenzione di partecipare a un corso nell’arco dei dodici mesi precedenti all’indagine, il 65,3% afferma di non ritenerlo necessario per le proprie esigenze personali mentre al 35,5% non è utile per le necessità di lavoro. Il 34,8% adduce motivi di età o salute, mentre il 27,5% spiega di non apprezzare molto l’idea di tornare a scuola. 
Tra chi non ha potuto seguire corsi di studio o di formazione gli impegni familiari e di lavoro sono vissuti come i principali ostacoli: il 40% di chi non ha potuto partecipare, infatti, dichiara che la formazione entrava in contrasto con gli impegni familiari e il 34,3% con gli impegni lavorativi, seguiti dai motivi di età o salute (36%) e dai costi troppo elevati (23,8%).
Diverse le motivazioni date a seconda del sesso: tra le donne (45,7%) pesano in maggior misura i motivi familiari, contro il 33% tra gli uomini; contano invece di più gli impegni sul lavoro per gli uomini (45,5%), piuttosto che per le donne (25,2%). Il 24,9% delle persone tra i 18 e i 64 anni che ha seguito almeno un corso di formazione ha partecipato a corsi erogati dal datore di lavoro, mentre il 9,8% a quelli erogati da organizzazioni legate al datore di lavoro. Il 14,9% ha seguito corsi organizzati da scuole, università o centri territoriali permanenti e l’8,5% da istituti privati la cui attività principale non è la formazione. Il 7% ha frequentato corsi svolti da centri di formazione professionale, il 7,2% da privati cittadini, il 5,6% dalle università popolari, della terza età o del tempo libero e il 5,5% dalle camere di commercio, o dalle strutture educative comunali o dalle organizzazione sindacali o no-profit.
Ad incidere nel tiepido interesse per i corsi formativi per adulti c’è anche il capitolo spese: circa la metà delle persone che hanno seguito almeno un corso di formazione ha pagato delle spese di iscrizione o di altro tipo; la percentuale più alta si registra tra i più giovani (55,9% tra i 18-19enni e 55,4% tra i 20-24enni). Il 58,8% di chi ha affrontato delle spese ha pagato il corso autonomamente, il 22,3% è stato aiutato dalla famiglia, il 24,2% ha avuto il corso pagato dal datore di lavoro, l’8,4% ha partecipato a corsi pagati da enti ed istituzioni varie. Il contributo economico da parte del datore di lavoro riguarda il 29% degli uomini contro il 20% delle donne. Viceversa, il contributo della famiglia è alto per le donne (27,1%) e inferiore per gli uomini (17%).
I dati, davvero poco incoraggianti, diventano di pubblico dominio all’indomani della pubblicazione in Gazzetta ufficiale dei “Centri territoriali permanenti” in “Centri provinciali per l’istruzione degli adulti”: istituzioni scolastiche dotate di autonomia amministrativa, organizzativa e didattica, con un corpo insegnante acquisito attraverso graduatorie apposite. In Italia all’istruzione agli adulti si rivolge solo al 4,7% della popolazione fra i 25 e i 64 anni contro l’obiettivo dichiarato (a Lisbona) di raggiungere il 12% entro il 2010.
Alessandro Giuliani

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