Dopo la sospensione dei finanziamenti e il congelamento degli enti, i docenti formatori in Sicilia non ricevono più gli stipendi. Così come riporta “La Repubblica” edizione di Palermo, a due anni dal terremoto all’interno del sistema, la Regione non ha fatto ripartire le lezioni.
I formatori erano chiamati a costruire un percorso occupazione per i giovani siciliani, adesso sono loro a cercare un lavoro, ma non riescono a rientrare nel circuito.
C’è chi ha accettato un impiego da lavapiatti, chi manda curriculum in giro, chi spera nell’assegno di disoccupazione o vive con l’aiuto dei familiari.
Una questione d’età. Molti di loro, infatti hanno superato i 50 anni, alcuni anche i 60 e trovare un lavoro a quell’età non è facile.
Alcuni sono stati costretti a ritirare i figli dall’università: “L’istituzione dovrebbe proteggere i nostri figli e invece sta camminando sui cadaveri delle loro speranze. Ci hanno ridotti a sagome”, afferma Graziella Sofia, uno dei docenti formatori che ha tentato anche la strada dell’insegnamento, ma con scarsi risultati visto che si è dovuta trasferire a Ventimiglia con costi proibitivi.
Lavoratori che, ormai non credono alla ripartenza del sistema.
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