Home Archivio storico 1998-2013 Ordinamento Formazione professionale, appello pubblico per salvarla

Formazione professionale, appello pubblico per salvarla

CONDIVIDI
Cresce tra i giovani italiani l’interesse per i percorsi professionali. Non solo quelli gestiti direttamente dallo Stato, in particolare attraverso l’Ipsia, ma anche attraverso i percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP). La proposta giunge dall’Acli, la Compagnia delle opere e Salesiani di Don Bosco, attraverso l’appello “Perché nessuno si perda”, che insiste sull’IeFP come “risorsa strategica per combattere gli abbandoni scolastici e aiutare i giovani a entrare nel mondo del lavoro”.
I salesiani chiedono, in particolare, risorse adeguate, garantendo l’offerta formativa in tutte le regioni italiane, inserendola sul sito del Miur e nelle attività di orientamento. Oltre che combattere la dispersione scolastica e far funzionare l’apprendistato per la “costruzione di un efficace sistema duale in Italia”.
All’appello, presentato il 13 novembre a Roma, hanno già aderito “in oltre 20 mila”. In dieci anni, riferiscono i promotori dell’appello, gli iscritti ai percorsi di IeFP sono passati dai 23.500 del 2003/04 ai 281 mila iscritti del 2012/13. E ciò malgrado le strutture accreditate dalle Regioni siano state in grado, per mancanza di risorse, di accogliere solo 130 mila domande.
L’appello, in 10 punti, fa leva sul ruolo di coordinamento degli enti di formazione, chiede il sostegno alla formazione lungo tutto l’arco della vita e mira alla creazione di super tecnici necessari per lo sviluppo delle imprese manifatturiere e di professionisti per la valorizzazione del terziario. Tra i firmatari anche il ministro della Difesa, Mario Mauro, il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. “La formazione professionale è poco conosciuta in Italia – ha osservato il responsabile salesiani in Italia, don Pier Fausto Frisoli – poco valorizzata e promossa. In alcune regioni abbiamo visto sparire di colpo l’intero sistema con il cambio della giunta regionale”. “Il Miur deve garantire la qualità di tutta la formazione professionale e la spesa regionale per l’IeFP deve essere svincolata dal patto di stabilità: è cruciale dotarsi di un sistema di formazione professionale per avere un paese più coeso, giusto e uguale”, ha aggiunto il presidente delle Acli, Gianni Bottalico.
“La formazione professionale ha una fortissima componente educativa e porta a una motivazione più elevata della norma, oltre a rivalutare il lavoro manuale”, ha concluso il presidente nazionale della Compagnia delle Opere, Bernard Scholz.
Secondo i dati presentati dall’Acli, le potenzialità sul fronte della collocazione lavorativa, conseguenti alla frequentazione positiva di un corso professionale, sono davvero alte: ad un anno dalla qualifica, il 70% dei ragazzi ha trovato un primo lavoro e l’85% lavora dopo due anni. Nel 64% dei casi il tipo di occupazione è coerente con la qualifica ottenuta tramite i percorsi formativi regionali.