Formazione, scuola e università nel programma di Confindustria
Mercoledì 22 maggio, Emma Marcegaglia, al debutto come presidente della Confindustria durante la prima assemblea annuale degli industriali, ha inserito tra i cinque temi fondamentali per la rinascita dell’Italia anche la scuola e l’università.“Un paese – spiega Marcegaglia – che voglia crescere deve investire nella formazione,nella scuola e nell’università. Innalzare l’istruzione ai livelli dei migliori paesi aumenta nel medio periodo il reddito pro capite del 15%”.
E aggiunge: “va cambiata la cultura che ha indebolito la scuola e l’università per un malinteso e dannoso egualitarismo.Invece di spingere i ragazzi a studiare di più, è prevalsa l’idea di promuoverli più facilmente. Si è pensato che il titolo di studio, e non la qualità dell’istruzione, fosse la chiave della promozione sociale. Invece di valorizzare i talenti, si è appiattito tutto verso il basso.Il risultato è che a 15 anni un ragazzo italiano ha già perso un anno di apprendimento rispetto a un suo coetaneo europeo”
Riguardo ai miseri stipendi degli insegnanti, la neo-presidente della Confindustria afferma, “è essenziale che la qualità dei docenti sia ricompensata con incentivi di carriera e premi economici”.
In Italia negli atenei bisogna puntare anche maggiormente sulla ricerca tecno-scientifica: “L’università ha moltiplicato le cattedre e marginalizzato la ricerca scientifica. Abbiamo 94 atenei e 2700 corsi di laurea, alcuni deiquali decisamente stravaganti, ma le imprese non trovano abbastanza giovani con specializzazioni tecnico – scientifiche.Vanno rivalutati gli istituti tecnici e professionali, devono moltiplicarsi le sinergie tra aziende e atenei per la ricerca applicata. Si può ripartire dai centri di eccellenza di alcuni politecnici per sviluppare anche la ricerca di base”.
Quanto alla meritocrazia Emma Marcegaglia è convinta che si deve “investire sulla qualità, valutando a livello nazionale l’apprendimento nelle materie chiave. Dobbiamo ricercare e promuovere i talenti. Mentre da noi si teorizza l’uguaglianza nella mediocrità, in Gran Bretagna si è creato – con una selezione oggettiva e trasparente – un gruppo di scuole capaci di valorizzare i più bravi e preparare le classi dirigenti del futuro. Così si costruisce il futuro sulla base del merito e non con le promozioni di massa”.
La neo-presidente degli industriali si è rivolta anche ai giovani esortandoli a guardare “alla competizione e al merito come valori positivi”, “pretendeteli, ha aggiunto, nelle scuole e nelle università, non fatevi sedurre dai cattivi maestri dell’egualitarismo al ribasso che toglie a chi ha talento, a chi si vuole impegnare e vuole farsi valere”
E, da mamma di una bambina di 5 anni, Marcegaglia ai genitori ha detto: “dobbiamo assumerci la responsabilità di garantire ai nostri figli un’educazione ed una preparazione di qualità perché essi dovranno vedersela con un mercato dei talenti senza frontiere, dovranno confrontarsi con la concorrenza intellettuale degli immigrati di seconda generazione, fortemente motivati a salire nella scala sociale. I nostri figli rispetto a noi avranno sfide molto più difficili.Dobbiamo dar loro una scuola esigente, selettiva, di eccellenza, che consenta di affrontare la competizione con le carte migliori”.