L’istruzione e la formazione rappresentano l’unica via per rispondere alla continua evoluzione e richiesta di competenze del mercato del lavoro. Tutti i dati (compreso il recente rapporto INAPP), e non solo in Italia, ci confermano che il livello di istruzione fa crescere occupazione, stipendi e la possibilità di mantenere il lavoro ed è l’unico “vaccino” contro la crescente automatizzazione delle mansioni, efficace però solo se si fanno i continui “richiami” richiesti.
Inoltre, si può dire che almeno negli ultimi 50 anni in questo Paese l’istruzione e la formazione hanno funzionato come “ascensore sociale”, chi scrive ne è una testimonianza diretta, e questo è tanto più valido quanto più si considerano situazioni socio-economiche fragili.
Da qualche anno all’Istituto Tecnico Superiore Sistema Meccanica di Lanciano, in Abruzzo, chiediamo ai nostri allievi il livello di istruzione dei genitori (ad oggi l’indagine è stata rivolta a 120 allievi degli ultimi 3 anni di attività 2016-2018) e l’ITS, pur essendo uno strumento formativo molto giovane, sembra stia svolgendo questa importante funzione: per l’89% delle famiglie di provenienza, l’allievo ITS rappresenta il primo membro ad aver accesso ad una formazione terziaria avanzata e se andiamo nel dettaglio il 42% dei genitori ha un livello di istruzione compreso tra elementari e medie.
Questo dato diventa ancora più importante (sarebbe interessante allargare l’indagine in altri contesti territoriali) se si considera che siamo un Paese con una drammatica caduta degli iscritti universitari ed altrettanto drammatico aumento dei NEET (giovani che non studiano e non lavorano); gli ITS intercettano quella domanda di formazione terziaria professionalizzante e qualificante che altrimenti non troverebbe risposta o verrebbe dispersa.
Con una percentuale di abbandoni pari a circa il 16.7% (circa la metà della media nelle scuole tecniche e professionali) ed un tasso di occupazione di 82.5% (Dati INDIRE 2018) gli ITS sembrano svolgere anche la funzione di accrescere, almeno nel contesto di riferimento della ricerca, le opportunità di accesso alla formazione qualificata a partire proprio da quelle fasce di popolazione che hanno più bisogno di sviluppare competenze adeguate per accedere ad un mercato del lavoro sempre più esigente ed in futuro per mantenere la loro occupazione.
Antonio Maffei
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