Se lo studente effettua una dichiarazione non veritiera sulla situazione patrimoniale familiare, al fine di fruire di una borsa di studio, oltre alla revoca del beneficio, scatta automaticamente l’applicazione di una sanzione pari al triplo della somma ricevuta. E il beneficiario non può sottrarsi alla pena offrendo di restituire l’importo percepito. Questo è quanto deciso dal Tar di Torino nella sentenza 1377/2015.
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Per i giudici amministrativi la normativa che sanziona i casi di dichiarazione non veritiera effettuata in relazione alla richiesta di borsa di studio è molto chiara. Il Collegio giudicante ricorda che l’articolo 10 del decreto in materia di diritto allo studio prevede che chiunque «presenti dichiarazioni non veritiere, proprie o dei membri del nucleo familiare, al fine di fruire dei relativi interventi, è soggetto ad una sanzione amministrativa consistente nel pagamento di una somma di importo triplo rispetto a quella percepita».