Un gioco di gruppo su una chat di WhatsApp dove sono state pubblicate centinaia di foto nude o seminude in casa e video con momenti di autoerotismo rischia di diventare un incubo per 60 adolescenti, iscritte alle scuole superiori di Modena.
“Abbiamo iniziato la chat dopo la fine della scuola, durante le vacanze estive, un po’ per noia, un po’ per divertirci, ma pensavamo rimanessero solo fra noi, per scherzare e ridere, non avremmo mai fatto scatti da distribuire in giro”.
A parlare è una delle ragazzine coinvolte nella vicenda.
Il fenomeno del “sexting”, scambio di messaggi e foto erotiche, è diffuso tra gli adolescenti, ma in questo caso colpisce il numero di ragazzine, tutte femmine, coinvolte. “I giovani sono molto bravi a utilizzare i dispositivi che hanno a disposizione, ma hanno difficoltà a proiettare nel futuro e oltre lo spazio della loro camera, del telefono o del pc le conseguenze di ciò che fanno — afferma Nunzia Ciardi, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni —. Invece devono sapere, al di là del caso specifico, che le foto di una minorenne nuda sono materiale pedopornografico: è un reato sia scaricarle che diffonderle”
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