Un vero e proprio contenitore di oscenità e bassezze: si tratta, come riporta Il Giorno, di una chat di WhatsApp, nata per scambiarsi compiti tra compagni di classe di una scuola della provincia di Como, presto monopolizzata da un gruppo di ragazze e ragazzi. Ciò che girava in questa chat è semplicemente agghiacciante.
Si parla di immagini di bambini che subivano atti sessuali, scene dell’Olocausto utilizzate per ridere delle vittime, inneggiamenti al fascismo e al nazismo. C’erano anche tante foto scattate ai professori a loro insaputa, utilizzate per prenderli in giro o diffamarli, attribuendo loro condotte false, anche relative ai loro comportamenti con gli studenti.
Presto, per fortuna, i docenti hanno saputo della chat e hanno convocato un consiglio di classe straordinario. Alcuni ragazzi erano stati sospesi. Poi sono stati informati i Carabinieri. Da qui la denuncia alla Procura dei Minori di coloro che erano attivi nella diffusione di questo tipo di contenuti: cinque ragazze e un ragazzo di età compresa tra i 14 e i 16 anni.
I reati ipotizzati nei loro confronti sono diffamazione aggravata, interferenza illecita nella vita privata, pornografia minorile, apologia del fascismo. Ogni imputazione deriva dai contenuti della chat, che andavano dall’attribuzione di condotte offensive e svilenti agli insegnanti o a personale della scuola, all’invasività di quelle foto scattate a insaputa delle persone, e poi diffuse per farne un uso mirato e stravolto, fino alla divulgazione di foto rimediate chissà dove, forse a loro volta acquisite da altre chat.
In alcune immagini erano ritratti bambini di pochi anni in atteggiamenti pedopornografici, in altre immagini di violenza e grande drammaticità dell’Olocausto, su cui i ragazzini facevano ironia e battute. Infine l’elogio del nazifascismo, argomento immancabile per cercare di farsi grandi, far ridere i compagni, divertirsi tra di loro. Gli altri membri della chat, a quanto pare, erano spettatori passivi.
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