Rachel Simmons, scrittrice che studia i comportamenti degli adolescenti, spiega:
“Sta succedendo qualcosa di veramente pericoloso per le nostre ragazze. Come spesso accade con il Web e i social in particolare è iniziato tutto quasi per scherzo, ma ora il fenomeno è dilagato”.
Il concorso social è così iniziato su Instagram, ma si è diffuso anche tra gli altri social network su app per gli smartphone come SnapChat:
“La modalità è più o meno la stessa: si crea un account, con un hashtag che ammicca a bellezza e dintorni, e poi si invitano le ragazze a postare le loro immagini. Quando iniziano ad esserci centinaia di foto parte la votazione con una montagna di commenti ad invadere la Rete”.
La misura di Facebook, che di recente ha acquistato Instagram, è stata quella di limitare l’accesso ai minori di 13 anni. Un divieto non difficile da aggirare: basta inserire una data di nascita differente che nessuno verificherà. I numeri del fenomeno sono preoccupanti:
“Il 95% dei giovani statunitensi tra i 12 e i 17 anni è online, il 47% ha uno smartphone e lo usa prevalentemente per stare su Internet e le ragazzine (il 34% contro il 24% dei maschi) sono le padrone assolute della connessione. Ma il gioco può diventare pericoloso e le autorità, polizia compresa, hanno aumentato la sorveglianza su siti e social: “Molte di loro si riprendono con le maglie della loro scuola, lasciano nel messaggio i loro dati privati come l’indirizzo e il numero di cellulare. Non si rendono conto di esporsi a molti rischi”, dicono allarmati gli investigatori che indagano sui crimini online”.
I genitori non riescono ad arginare il problema, né tantomeno le leggi che non reggono il passo della rete internet:
“Una settimana fa, nella zona di Washington, è scattato un allarme per la diffusione su Twitter di immagini a sfondo sessuale di ragazzine. È stata aperta un’inchiesta, che è ancora in corso: “Postare immagini di adolescenti nude è un reato, ma non lo capiscano né le ragazze né i loro amici che pensano sia una cosa buffa da fare. Invece commettono un reato, oltre che mettersi in pericolo”, dice il procuratore che segue il caso”.
“Per loro, soprattutto per quelle che frequentano le medie, è un gioco entusiasmante, sono le più sensibili a questo tipo di interazione. Accumulare amici e commenti su Instagram è come misurare in diretta il grado di accettazione nel gruppo. Per questo ogni cosa qui viene amplificata, portata all’eccesso: bisogna attirare l’attenzione e farlo subito, bisogna essere le più belle e battere le altre della scuola”.