Didattica

Foto shock di cadaveri mostrate dal prof agli studenti per provare che la droga uccide: è giusto spaventarli per fargli prendere coscienza?

È difficile individuare il limite che impone al docente, durante la lezione, di non affrontare determinati argomenti o immagini. Ad esempio, è lecito mostrare a ragazzi del triennio finale delle superiori, tra i 17 e i 19 anni, delle foto di cadaveri sul tavolo autoptico? A non farsi alcun problema è stato il professor Giovanni Cecchetto, direttore dell’Unità di Medicina legale di Pavia, che ha svolto una lezione per spiegare i rischi della droga a studenti iscritti al terzo, quarto e quinto anno di scuola superiore dell’Istituto ‘Don Bosco’ di Padova, una scuola paritaria salesiano del capoluogo veneto.

“Hanno la vostra età, e sono finiti sul mio tavolo autoptico – ha detto loro il medico legale durante una lezione dimostrativa di anatomopatologia – e tra loro, c’è chi ha assunto droga anche una sola volta nella vita: sono morti. La mia intenzione è spaventarvi. E ora, iniziamo a conoscere il vero volto delle sostanze stupefacenti”.

Il medico, ha scritto il Gazzettino, ha disposto a terra quattro sagome di cartone, a rappresentare vittime di overdose: “sapete – ha chiesto ai ragazzi – cos’hanno in comune questi quattro giovani rappresentati attraverso sagome stilizzate? La droga e me”.

Inizialmente, l’incontro formativo – dal titolo “Le dipendenze: danni fisici e psicologici“, promosso dal Dipartimento di Scienze cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell’Università di Padova e dal Dipartimento di Sanità pubblica, Medicina sperimentale e forense dell’Università di Pavia – avrebbe dovuto dare informazioni ai ragazzi alle semplici nozioni sui rischi legati alle droghe: poi, però, il medico legale ha deciso di mostrare anche le immagini più crude degli effetti (ulcere, fasciti necrotizzanti, erosioni gengivali) meno conosciuti della tossicodipendenza.

Un modo diretto, forse eccessivo, che però certamente ha uno scopo ben preciso: quello di fare prendere maggiore coscienza sulla pericolosità di un fenomeno, la droga, non di rado troppo sottovalutato.

Alessandro Giuliani

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