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Fra contratto scuola, reclutamento, Nadef e caro-vita si fa strada l’ipotesi di uno sciopero generale. Landini (Cgil) sempre più deciso

Il clima politico-sindacale si sta arroventando e l’approvazione della NADEF (nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) da parte del Governo non contribuisce di certo a rasserenare gli animi.

i sindacati della scuola sono in attesa di firmare in via definitiva il contratto siglato il 14 luglio scorso, ma stanno già scalpitando per cercare di far inserire misure significative nella prossima legge di bilancio: si va dalle risorse per il contratto 2022/2024 agli organici di ata e  docenti (in particolare di quelli di sostegno).
Ma c’è in sospeso tutta la partita dei concorsi, sia dei docenti sia dei ds e dei dirigenti tecnici. E, soprattutto, c’è da capire come affrontare in modo strutturale il problema del precariato.
Tutte questioni che potrebbero incontrare l’indisponibilità del Ministero dell’Economia che, come di consueto, dovrà cercare di “far quadrare i conti”.
Tutto in un clima sempre più emergenziale che non facilita di certo ragionamenti e programmi a media-lunga scadenza.

Tanto che c’è da credere che le due grandi riforme di cui il ministro Valditara parla da mesi (liceo made in italy e istruzione tecnica e professionale) potrebbero subire un rallentamento ulteriore: svanita completamente l’ipotesi di decollare a settembre 2024, potrebbe essere già un buon risultato se si riuscisse ad avviare i nuovi percorsi nel 2025.

In questa fase, il più agguerrito si dimostra Maurizio Landini, segretario generale della CGIL che ha deciso di lanciare la sfida al Governo e parla di una grave perdita del potere d’acquisto di stipendi e salari, con un carrello della spesa che costa ormai l’8% in più rispetto a qualche mese fa.
In una intervista rilasciata a Repubblica, Landini denuncia: “Tutte le misure spot non stanno funzionando, dal prezzo medio dei carburanti al bonus benzina dato a pochi. Il carrello tricolore fa sorridere: sperimentale, a termine, volontario. Intanto aumenta tutto: bollette, carburanti, mutuo, affitti, scuola, sanità”.

La conclusione è scontata: “Le ragioni per manifestare sono tantissime. e non sarà una manifestazione contro qualcuno, ma per chiedere cambiamenti e riforme”. E le idee sono già piuttosto chiare: “Se il governo ci incontrerà a cose fatte, per raccontarci una manovra già scritta, proporremo a Cisl e Uil di valutare tutte le iniziative di contrasto. compreso lo sciopero”.
Con un rischio di non poco conto: se Cisl e Uil dovessero rifiutare la proposta, la già poco solida (almeno nella scuola) unità sindacale potrebbe subire un ulteriore arretramento.

Reginaldo Palermo

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