Una degli obiettivi del ministro Patrizio Bianchi potrebbe essere quello di dare maggior spazio all’Invalsi e alla rilevazione degli apprendimenti degli studenti.
Per la verità il neo Ministro non ha ancora detto nulla di esplicito in merito ma leggendo il libro Nello specchio della scuola si deduce facilmente che il tema della valutazione gli sta particolarmente a cuore.
Una delle sue idee è quella di valorizzare l’autonomia delle istituzioni scolastiche che però – a suo parere – dovrebbe essere tenuta sotto controllo con una adeguata e sistematica valutazione dei risultati.
Le scuole cioè possono e devono essere libere di organizzarsi e gestirsi come ritengono più opportuno ma rispettando gli obiettivi indicati a livello centrale.
E, per capire se le scuole raggiungono gli obiettivi, sarebbe necessario verificare i risultati che ottengono.
Le prove Invalsi sarebbero uno strumento per rilevare tali risultati.
Per la verità sul fatto che le rilevazioni degli apprendimenti degli alunni possano fornire elementi attendibili per capire se le scuole raggiungono davvero gli obiettivi fissati a livello nazionale non c’è accordo in ambito scientifico.
Peraltro va anche detto che, almeno finora, gli esiti delle rilevazioni periodiche dell’Invalsi sono servite ben poco per modificare le scelte di politica scolastica a livello nazionale o locale.
Ed è anche per questo che c’è molto scetticismo sulla possibilità che davvero le prove Invalsi possano servire ad effettuare “misurazioni” attendibili sul funzionamento del sistema scolastico nazionale.