Il ministro dell’istruzione e del merito Valditara opera per ridare agli insegnanti “il posto che meritano” nella società sostenendo che si deve “tornare a considerare i docenti come ‘professionisti della conoscenza’, esaltandone la professionalità individuale e riconoscendone l’autorità”.
Tuttavia questo indirizzo è inefficace poiché, oltre a bypassare le disposizioni di legge, contraddice i principi della cultura sistemica. L’esaltazione della professionalità individuale e della conoscenza, infatti, è un chiaro sintomo della centralità dei singoli insegnamenti e della conseguente frammentazione del servizio.
Questa interpretazione è confermata dalla tipologia dei provvedimenti assunti.
Per comprendere meglio l’erroneità di tale impostazione la si paragoni all’attività di un supermercato che ha posto le cassiere al centro della sua attività, trascurano i vincoli derivanti dall’ordinario, articolato processo decisionale. Il momento del pagamento è importante, ma rappresenta solo l’anello finale della struttura organizzativa.
Analogamente la politica ministeriale dovrebbe prendere avvio dalla specificazione dei traguardi formativi e, per approssimazioni successive, giungere alla fase esecutiva, ovvero all’attività in classe.
Il tassello cruciale di questa visione riguarda l’organo responsabile del successo formativo: la finalità educativa, che consiste nel potenziamento di capacità e di competenze, è condivisa da tutti gli insegnanti. Essi progettano, coordinano e gestiscono collegialmente i processi d’apprendimento, in conformità alla legge, che postula la strumentalità delle abilità e delle conoscenze.
Ne consegue che la cellula operativa elementare è il Consiglio di Classe, la cui vitalità determina sia l’efficacia del servizio, sia il prestigio della professione docente.
In definitiva, sebbene il riconoscimento del valore individuale di ogni insegnante sia rilevante, è la capacità di lavorare come parte di un team coeso a elevare la qualità del servizio scolastico. Pertanto la strategia vincente nella gestione dei problemi complessi è l’approccio top-down, che garantisce una visione d’insieme e la coerenza nell’esecuzione delle politiche educative. Al contrario, seguendo un approccio bottom-up, partendo dai dati, il successo è raramente conseguito.
Enrico Maranzana
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