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Francesco Gandino il partigiano dimenticato: testimoni cercansi

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Giovanni Negro, tenente del corpo volontari della libertà, partigiano ed ex deportato nei lager nazisti, invalido della guerra di liberazione, già componente della 181 Brigata in Val Varaita e della 2 Divisione Automa “Langhe”, nel corso di un incontro recente svoltosi per iniziativa della Sezione Anpi “Sei in Langa” presso la sede del Liceo Classico Govone di Alba, ha annunciato, sia pure a malincuore, il venir meno della sua pluridecennale collaborazione con la Casa delle Memorie, sede-museo dell’Associazione Culturale Arvangia. 
La forzata rinuncia del partigiano testimone, nato a San Bovo di Castino nel 1925, costringe di fatto il sodalizio della rivincita culturale ad intraprendere nuove strategie di impegno culturale sui temi dell’antifascismo, della pace e della difesa della costituzione repubblicana.
La prima iniziativa concreta, già avviata, vede la collaborazione del giovane studioso albese Gabriele Proglio e consiste in una ricerca finalizzata a fare luce sulla figura del partigiano originario di Mango Francesco Gandino, nipote di Francesco Gandino, uomo di scuola, e di Chiarleone Albertina che in sua memoria istituì una borsa di studio destinata a studenti meritevoli nati o residenti a Mango, ancora oggi in auge al Liceo Classico albese. Il padre del partigiano Gandino, avvocato di corte d’assise, si sposò in seconde nozze con la contessa Teresa Nichelini di San Martino di Torino ed era proprietario di una casa vacanze a Mango nelle vicinanze del Bric Torretta che fu epicentro di scontri a fuoco fra la Seconda Divisione Langhe e l’esercito tedesco. 
La nonna paterna era invece proprietaria di un alloggio ad Alba vicino allo storico Caffè Calissano. Su questa figura di partigiano dimenticato, morto per malattia dopo il 25 aprile del 1945, l’Associazione Arvangia ha messo a disposizione del giovane regista di nazionalità argentina Matias Grosso una borsa di studio con l’intenzione di realizzare un documentario che serva a riscattarlo dall’oblio e a raccontare le vicende di lotta partigiana che lo videro coinvolto. 
Oltre alle testimonianza di Margherita Mo, staffetta partigiana che gli fu amica e lo assistette in punto di morte, Matias desidera intervistare tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. 
Purtroppo, a distanza di anni, l’impresa appare ardua. Esiste, però, una fotografia, scattata a Mango proprio il giorno della liberazione, che ritrae il giovane partigiano Gandino in compagnia di numerosi altri coetanei e compagni di lotta. 
Chi potesse fornire notizie utili a rintracciare le persone che compaiono nella fotografia o a rintracciare familiari e conoscenti dei partigiani che hanno militato a fianco di Francesco Gandino è pregato di mettersi in contatto con il giovane regista argentino, cercandolo a San Donato di Mango, ad uno dei seguenti recapiti telefonici: 0141-89284, cell. 339-2081299. 
L’associazione ringrazia tutti coloro che forniranno testimonianze, aneddoti, ricordi o indicazioni utili allo sviluppo della ricerca intrapresa. 
Per segnalazioni è disponibile l’indirizzo di posta elettronica [email protected]