Pediatri e nutrizionisti sono d’accordo: i distributori di merendine a scuola favoriscono la diseducazione e gli squilibri alimentari, contribuendo in maniera decisiva all’aumento del fenomeno del soprappeso e dell’obesità nei bambini e negli adolescenti. Il Ministero dell’Educazione raccoglie il grido d’allarme e bandisce con effetto immediato tutte le macchinette dalle scuole pubbliche. Non tutti, però, sono d’accordo. Anzi, è lecito affermare che il movimento di protesta é ampio e trasversale: non soltanto gli alunni, ma anche genitori,docenti e capi d’Istituto si dicono perplessi, se non decisamente contrari al divieto. Da un canto – sostengono i genitori – una misura di questo tipo potrebbe avere l’effetto perverso di spingere i giovani a uscire da scuola per frequentare i bar del quartiere, dove non troverebbero soltanto tè e cioccolata calda; dall’altro, senza un programma di educazione alimentare, un semplice divieto sarebbe percepito dagli studenti come vessatorio e trasgredirlo non sarebbe poi così difficile. Alcuni dirigenti scolastici hanno resistito mantenendo i distributori a scuola, chiedendo però alle ditte fornitrici di inserire soltanto prodotti dietetici. In questo modo – sostengono – si evita il problema dell’uscita da scuola dei ragazzi. E si dà una mano – aggiungiamo noi – all’industria e al mercato del lavoro: la scomparsa di circa diecimila distributori dalle scuole francesi pare abbia già prodotto un migliaio di licenziamenti.