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Francia, chi opera nelle scuole cattoliche non può permettersi ruoli ambigui. Nemmeno nei film

Operare in una scuola cattolica comporta un impegno a 360 gradi. In Italia, come in Francia. Se si parte da questo presupposto, non meraviglia più di tanto la notizia di una assistente educatrice cacciata dalle autorità del collegio cattolico di Juan-les-Pins, collocato nel sud della Francia e con oltre 1.200 alunni frequantanti, per essere stata “pizzicata” a vestire il ruolo di comparsa in un video musicale del rapper francese Novia dal titolo “Fontaine de Jouvence”. Nel video la donna, di 50 anni che lavorava da oltre 20 anni per l’istituto transalpino, è comparsa nel ruolo di una “cougar”, una donna matura che seduce uomini più giovani. Una sorta di “mangia uomini”, che secondo la direzione dell’istituto, che ha considerato il video, è del tutto “incompatibile con la natura del lavoro dell’educatrice e con il regolamento interno” ha deciso di licenziare Bonazzola. “Il collegio è stato informato della clip da alcuni genitori di studenti, che si sono lamentati con la direzione della scuola, scioccati per i messaggi e le immagini presentate nel video”, ha spiegato Claude Backès, direttore generale di Notre-Dame de la Tramontane.
L’avvocato della donna, Pierre Chami, che ha presentato ricorso, ha detto di non capire come sia possibile “dopo 20 anni di onesto e leale servizio, la signora Bonazzola possa essere considerata una ‘poco di buono’ per una clip di meno di cinque minuti”. L’educazione dovrebbe essere, in effetti, un’arte che si costruisce nel tempo. Che a volte, però, può essere vanificata con episodi negativi che vanificano anni di esempi brillanti e integerrimi.
Alessandro Giuliani

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