Secondo la preside Maryse Dubois il suo abbigliamento non rispettava la legge francese in vigore dal 2004 sulla laicità a scuola e, secondo quanto comunicato per iscritto ai genitori della ragazza, quella gonna lunga e nera manifestava «in maniera ostentata e provocatoria un’appartenenza religiosa». Il 16 e il 24 aprile Sarah ha quindi dovuto prendere l’autobus e poi un treno per tornare a casa, a 25 chilometri di distanza dalla scuola. La ragazza – che ogni mattina toglie il velo prima di entrare, in ottemperanza alla legge francese – era stata più volte avvisata che il suo abbigliamento costituiva un problema, hanno raccontato i suoi genitori, che hanno anche spiegato come la figlia non sia comunque la sola a mettere una gonna lunga a scuola quando il tempo lo permette. Solitamente indossa dei pantaloni: «Ma è ingiusto, non è una valida ragione per vietarmi di entrare a scuola», ha detto Sarah.
Sulla questione è intervenuta anche la ministra francese dell’Educazione, Najat Vallaud-Belkacem, che dopo aver detto che «nessuna studentessa può essere esclusa a seconda della lunghezza o del colore della sua gonna» ha appoggiato la scelta della scuola che ha aperto un dialogo con la sua famiglia riguardo l’applicazione della legge: «L’équipe pedagogica ha dimostrato il necessario discernimento», ha detto, basandosi non tanto sull’abbigliamento in sé della ragazza ma sull’atteggiamento di «proselitismo» dimostrato dalla studentessa.
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