Gli ultimi dati sugli episodi di violenza nelle scuole francesi sono allarmanti. L’anno scolastico che si conclude in questi giorni ha fatto registrare, rispetto al precedente, un incremento medio di oltre il 10% dei reati denunciati: più di 71.000 denuncie contro le 65.000 del 2002-2003. È lo stesso Ministero dell’Educazione Nazionale che ha reso pubblici i risultati di un vero e proprio censimento effettuato con l’aiuto di un particolare programma informatico che serve a repertoriare i crimini più gravi che si consumano nelle aule e nei cortili di ricreazione. In particolare, sono in crescita le aggressioni (+15%), gli insulti e le minacce (+25%), i furti (+10%). In misura minore, ma pur sempre in aumento, i reati più gravi come lo spaccio e il consumo di stupefacenti, le aggressioni a mano armata o come gli episodi di antisemitismo e di intolleranza religiosa verso gli studenti islamici. Il Ministro Fillon, pur senza minimizzarne la portata, sottolinea che si tratta di un fenomeno ristretto alle scuole medie e superiori delle periferie urbane a rischio, vere e proprie polveriere dove basta poco per accendere la miccia. I Presidi, dal loro punto di vista, ritengono che l’aumento della violenza sia anche il risultato della politica dei tagli di un governo che per risparmiare qua e là ha soppresso migliaia di posti di "aiuto-educatori", sorta di sorveglianti utilissimi per il controllo della disciplina e la prevenzione dei crimini nelle scuole più calde della repubblica.