Un nuovo anno scolastico, come di consueto, si apre con sfide secolari per il corpo docente francese e per l’annesso personale scolastico, i quali lamentano scarsissime se non inesistenti misure strutturali efficaci sulla scuola, sia a livello meramente strutturale sia fisiologico. Mancano più di 4.000 insegnanti, specie alle scuole medie e superiori. Le cattedre delle discipline strategiche restano vuote per via dell’assenza di candidati, in sede concorsuale, di fatto inadeguati al ruolo, per via di titoli obsoleti o scarso punteggio ottenuto in sede d’esame.
Par tali ragioni, nella settimana corrente, numerosi docenti accompagnati e sorretti nelle battaglie dai rispettivi sindacati si sono dati appuntamento al di sotto degli uffici del provveditorato all’istruzione centrale ed alle relative pertinenze, rifiutandosi così di entrare in servizio se non verrà promesso un cambio di passo sostanziale.
L’avvio delle lezioni risulta assai sofferto in Francia, ove gli aumenti derivanti dall’iperinflazione e dai rincari su energia e carburante presentano un impatto assai negativo sul sistema scolastico complessivo (difficoltà a sostenere i consumi per plesso). I docenti, nel caso specifico, non hanno modo di farsi carico dei costi di mobilità e di affitto, specie se fuori sede rispetto al domicilio di riferimento.
Lo stipendio matura proporzionalmente agli anni di servizio offerto e al ciclo d’istruzione. La media, allo scorso anno, ammontava a 39.385€ per la scuola primaria, 41.898 per la secondaria di I grado e 42.107 per la corrispondente di II grado. Si può comprendere facilmente che, per i docenti appena entrati in servizio con la minor anzianità apprezzabile, il compenso è ridotto di circa il 35%, assolutamente inadeguato visti i rincari.
Il sistema scolastico locale è costretto a confrontarsi con una penuria di docenti senza precedenti, di fatto proporzionale ai limitati concorsi svoltisi quest’anno. Nell’anno corrente, infatti, numerose riforme sono state varate dall’esecutivo in carica per far fronte ad una stimata penuria – poi verificatasi – di docenti. Oltre alle prove concorsuali ordinarie, svolte annualmente, sono promosse altre forme indirizzate ai singoli cicli, come vale per il CRPE, dedicato alla scuola primaria, e per il CAPES, destinato alla secondaria.
Una terza forma, più ambita, nota come agrégation, permette ai futuri docenti di insegnare presso le scuole più note, come Licei e Grandes Écoles, le quali abilitano anche alla professione universitaria. Una categoria ulteriore ma strategica in caso di assenze e supplenze conseguenti è rappresentata dai contractuels, docenti non di ruolo, con minor retribuzione, ai quali l’esecutivo attinge in caso di penurie docenti locali o generalizzate.
I docenti alle prime armi, con uno stipendio netto di 1640 euro netti al mese (sprovvisti dunque di agrégation), sono i più soggetti al malcontento attuale. Un concorso speciale, previsto per i contractuels per il prossimo aprile 2023, ne prevederebbe la stabilizzazione definitiva giusto per ovviare a penurie e ritardi nella didattica del prossimo anno scolastico.
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