Da lunedì 3 gennaio, giorno del rientro in classe in Francia, a giovedì 6 sono state chiuse 9.202 classi, su un totale di 527.200: mai così tante in così breve tempo.
Anche in Francia del resto si era aperto il dibattito se lasciare le scuole chiuse dopo le vacanze o riaprirle, considerata l’esplosione della ulteriore metamorfosi del Covid19 in Omicron. E come l’Italia anche la Francia ha deciso di non chiudere, ma ora gli esiti dei contagi stanno facendo riflettere, creando pure allarmi confortati tuttavia dai dati.
Con l’apertura delle scuole infatti si è verificato, dopo appena 4 giorni, una vera e propria impennata di contagi fra alunni e insegnanti, con un livello altissimo mai raggiunto dalla primavera scorsa.
Contrariamente all’Italia tuttavia ad annunciare questi numeri è stato il ministero dell’Educazione che ha anche ricordato che si tratta di un numero triplo rispetto alla rilevazione dei giorni prima delle vacanze di Natale.
In termini precisi, in 4 giorni, sono stati contagiati 47.453 alunni e 5.631 adulti che lavorano nelle scuole. In totale, solo giovedì 6 scorso, erano 75mila gli alunni e 3mila i prof che si sono dovuti isolare.
E cosi, difronte a questo numero così straordinario di casi, il governo ha dovuto rivedere perfino il protocollo per il rientro a scuola.
In Italia, nonostante forti siamo gli appelli a rimandare l’apertura delle scuole di almeno altri 15 giorni da parte di moltissimi sindaci e governatori di Regioni, il Governo e il ministro dell’istruzione Bianchi non sembrano intenzionati alla deroga.
“Niente Dad”, è la parola d’ordine di Bianchi, e alunni, con gli insegnanti, in presenza.
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