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Francia, le giornate dell’integrazione

Il dieci maggio scorso tutti i maestri delle prime classi elementari francesi hanno ricevuto un pacchetto contenente qualcosa di molto speciale: una trentina di esemplari del giornale "Le petit quotidien", interamente dedicato all’autismo e all’handicap mentale, un documento di sensibilizzazione all’accoglienza di un diversamente abile in classe e una lista di indirizzi utili per saperne di più in materia di integrazione.
E’ il primo passo, compiuto dall’Unapei, la più grande associazione di genitori di alunni con ritardi mentali, per colmare un altro e ben più grave ritardo, la scarsa accoglienza e integrazione nelle scuole pubbliche di ragazzi disabili, fisici e mentali. Il sistema scolastico francese, infatti, privilegia un approccio di tipo strettamente specialistico alle diverse tipologie di disabilità: gli studenti con problemi mentali sono avviati verso centri di educazione specializzati oppure frequentano le Clis, classi di integrazione speciale all’interno di istituti ordinari, da dove periodicamente escono per trascorrere periodi di integrazione nelle classi "normali".
Il problema è che il numero di queste classi è esiguo: a Parigi, ad esempio, c’é una sola unità pedagogica speciale per alunni con disturbi mentali presso una scuola media statale ed offre una decina di posti l’anno. Una goccia nel mare dei circa ventimila bambini autistici di cui è a conoscenza l’Unapei.
L’associazione ha dunque preso il coraggio a due mani e ha messo a punto un progetto che ha lo scopo di sensibilizzare per primi i bambini e i maestri, la base, per poi chiedere al ministro dell’Educazione un impegno più forte per fare in modo che la legge dell’11 febbraio 2005 per "l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità e per la cittadinanza delle persone handicappate" non rimanga lettera morta.

Gabriele Ferrante

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