Ha destato scalpore in Francia il suicidio del maestro elementare, Jean Willot, 57 anni, insegnante presso la scuola Flammarion di Eaubonne, un comune nord di Parigi.
Willot si era reso protagonista, suo malgrado, di un episodio spiacevole accaduto a scuola. Lo scorso 12 marzo, durante l’intervallo, aveva chiesto ad uno dei suoi studenti, 6 anni, di spostarsi perché, sedendosi sui gradini, impediva il passaggio ai compagni.
L’alunno, però, non si muoveva e rispondeva male al maestro infastidendo gli altri alunni. Dopo reiterati tentativi, il maestro lo prendeva per un braccio e lo sposta, il bambino si faceva un graffio strusciando con la schiena sulle spalle.
Tornato a casa, l’alunno rivelava l’accaduto alla madre che decideva di sporgere denuncia in commissariato per “violenza aggravata su minore”.
La scuola chiedeva spiegazioni sull’accaduto al maestro che intanto riceveva insulti dalla famiglia dell’alunno colpito.
Lo scorso 14 marzo, Willot è stato trovato morto, impiccato a un albero della foresta di Montmorency. Ha lasciato una lettera nella quale spiega di non avere fatto niente di male e non sopporta di doversi difendere da accuse assurde.
Jean Willot non era depresso, affermano parenti e colleghi, ma solo ed esasperato: “Siamo tutti scioccati, collassati, stava arrivando alla sua pensione con serenità: dedicava tutto se stesso al lavoro”, hanno detto di lui.
“La scuola quasi mai ci sta vicino in questi momenti delicati e, al contrario, ci chiede di farci da parte senza valutare nel concreto le accuse e la reputazione di un docente”, hanno aggiunto.
“I docenti non possono essere messi alla gogna per ogni minimo malumore o capriccio dei genitori. Hanno dei doveri ma hanno anche diritti, compreso il diritto di essere protetti”, hanno concluso.
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