Il 4 ottobre scorso i Ministri dell’Educazione Nazionale e degli Interni avevano firmato un protocollo d’intesa contro la violenza a scuola e qualche giorno fa, esattamente il giorno dell’Epifania, la polizia ha impiegato centinaia di uomini e mezzi in un’azione dimostrativa su scala nazionale per fare le prove generali di un piano di "sécurisation" concepito per ridare sicurezza ad alunni, famiglie e insegnanti. Il fenomeno della violenza scolastica, in Francia, ha raggiunto livelli da allarme rosso: aggressioni a sfondo antisemita o razzista, spaccio di droga, racket e bullismo, per non parlare degli agguati ai docenti e delle molestie sessuali. Nel corso dell’anno scolastico 2003/2004 il fenomeno è aumentato del 13% e le violenze denunciate sono state più di ottantamila.
Il Ministro ha dunque chiesto aiuto al suo omologo agli Interni, che non ha tardato a collaborare mettendo a punto un piano che consiste essenzialmente nel dispiegamento a sorpresa, nei dintorni degli istituti più caldi, di forze di polizie che procederanno all’immediata identificazione di tutti i sospetti che si aggirano al di la dei cancelli. In occasione della prova dimostrativa, il Ministro degli Interni in persona ha presenziato a Orléans.
Dure le proteste dei socialisti e di alcuni sindacati di polizia: si tratta – ritengono – di fumo negli occhi, di prove di forza che non risolvono affatto un problema che va affrontato invece sul piano dell’educazione e la cui soluzione non è a breve termine.
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