Le prime luci dell’alba del 18 maggio trascinano la notizia dell’inizio di un nuovo viaggio, quello dell’essere speciale, il cantautore siciliano Franco Battiato.
A dare la notizia con un tweet è stato il direttore di “Civiltà Cattolica”, Antonio Spadaro e, da quel momento, il mondo della musica non smette di omaggiare il cantautore per eccellenza, anche se “il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”.
Gli esordi di protesta culturale davanti alle scuole
Dopo essersi trasferito a Milano, inizia il suo percorso di formazione musicale. Nel 1967, insieme al compaesano Gregorio Alicata, forma “Gli Ambulanti“. I due artisti si esibiscono davanti alle scuole, con un proprio repertorio di canzoni di protesta. Lungo questi decenni Franco Battiato ha costruito un percorso davvero unico nel panorama italiano. Un ironico libero pensatore che ha praticato l’arte della provocazione.
Ad esempio, nell’album “La voce del padrone”, mette in scena una critica radicale e sarcastica della degradazione culturale degli anni ’70 e ’80 e, più in generale, degli aspetti deteriori della cultura di massa, con tanto di “citazione” di Adorno in Bandiera bianca.
Una critica del “popolare” attraverso il popolare, come afferma in un suo articolo Donato Ferdori, insegnante di filosofia, non solo perché in questo modo il messaggio arriva a tutti, ma anche perché sembra voler dire: “questa roba è talmente pervasiva che neanch’io ne sono, né potrei esserne, del tutto immune”.
Battiato rivisitato anche nelle scuole
Fluido, da uno stile a un altro è riuscito a lasciare il suo seme ovunque, trascinando generazioni di studenti e insegnanti in questo lungo arco temporale pieno di trasformazioni. E, in effetti, proprio lo scorso mese, la componente scolastica e i docenti di una scuola di Forlì hanno ideato un video sulla scia della celebre canzone di Battiato Cerco un centro di gravità permanente in “Cerco un centro di formazione potente”, per sottolineare gli effetti della DaD e la speranza di un ritorno in presenza.
Battiato lascia un’eredità di oltre 50 anni per tutte le generazioni, una lente vivida per leggere il passato, il presente e il futuro.