La notizia è esplosa ieri: il giornalista Franco Di Mare, 68 anni, ex inviato di guerra e conduttore tv, ha rivelato di essere affetto da un tumore aggressivo, il mesotelioma, durante il collegamento con “Che Tempo Che Fa“, condotto da Fabio Fazio sul Nove.
“Ho preso un tumore molto cattivo – ha raccontato il giornalista, come riporta Ansa – che si prende perché si respirano particelle di amianto senza saperlo e una volta liberata nell’aria la fibra, ha un tempo di conservazione lunghissimo e quando si manifesta è troppo tardi. Ho un tumore che non lascia scampo. Mi resta poco da vivere, quanto non lo so. Però non mollo”, ha detto.
Inutile dire che la notizia ha scioccato e commosso il pubblico, i colleghi di Di Mare e varie personalità pubbliche. Il giornalista, nel corso degli anni, ha più volte parlato di scuola e ha spesso denunciato il problema degli stipendi bassi dei docenti.
“L’intero corpo docente ha perso il peso sociale. Una volta gli insegnanti erano un’architrave della società. I salari dei docenti hanno perso potere d’acquisto. Se un tempo fare il docente era un lavoro prestigioso, oggi appare come il ricorso di chi non ha trovato di meglio”, ha detto nel 2018 a Unomattina su Rai1.
“Una vita piegata sui libri, continui corsi di aggiornamento per poi portare a casa tra i peggiori stipendi d’Europa. In certi quartieri complicati le scuole restano lì, con docenti straordinari, pronti a farsi in quattro per strappare i ragazzi dalla strada. Bisognerebbe sostenere la scuola e i nostri insegnanti, fanno un lavoro straordinario. Lo so che costa, ma se pensate che l’istruzione sia costosa provate con l’ignoranza”, ha concluso.
Come abbiamo scritto, gli insegnanti in Italia guadagnano davvero poco. Il docente che ha la possibilità di confrontare il suo stipendio con quello di un impiegato statale scoprirà che in media percepisce tra i 300 e i 400 euro lordi in meno al mese. Se poi guarda oltre frontiera il divario stipendiale diventa ancora maggiore, soprattutto sul finire della carriera e se il confronto scatta con gli insegnanti colleghi che lavorano Paesi del Nord Europa o con i più vicini di terra tedesca.
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