Il mondo del giornalismo italiano è in lutto per la scomparsa di uno dei suoi volti più noti e rispettati: Franco Di Mare. La notizia della sua morte ha scosso non solo la comunità giornalistica, ma anche un vasto pubblico che lo ha seguito per decenni attraverso i suoi reportage e le sue analisi puntuali.
Il giornalista Franco Di Mare, 68 anni, ex inviato di guerra e conduttore tv, aveva rivelato di essere affetto da un tumore aggressivo, il mesotelioma, durante il collegamento con “Che Tempo Che Fa“, condotto da Fabio Fazio sul Nove.
“Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare. Seguirà comunicazione per le esequie”, questo il messaggio della famiglia, come riporta La Repubblica.
Inutile dire che la notizia ha scioccato e commosso il pubblico, i colleghi di Di Mare e varie personalità pubbliche. Il giornalista, nel corso degli anni, ha più volte parlato di scuola e ha spesso denunciato il problema degli stipendi bassi dei docenti.
“L’intero corpo docente ha perso il peso sociale. Una volta gli insegnanti erano un’architrave della società. I salari dei docenti hanno perso potere d’acquisto. Se un tempo fare il docente era un lavoro prestigioso, oggi appare come il ricorso di chi non ha trovato di meglio”, ha detto nel 2018 a Unomattina su Rai1.
“Una vita piegata sui libri, continui corsi di aggiornamento per poi portare a casa tra i peggiori stipendi d’Europa. In certi quartieri complicati le scuole restano lì, con docenti straordinari, pronti a farsi in quattro per strappare i ragazzi dalla strada. Bisognerebbe sostenere la scuola e i nostri insegnanti, fanno un lavoro straordinario. Lo so che costa, ma se pensate che l’istruzione sia costosa provate con l’ignoranza”, ha concluso.
Nato a Napoli nel 1953, Di Mare ha da subito dimostrato una passione innata per la comunicazione e per l’informazione. Laureatosi in Scienze Politiche, ha mosso i primi passi nel mondo del giornalismo negli anni ’70, in un periodo di grandi fermenti politici e sociali in Italia. La sua voce si è presto fatta sentire come una delle più autorevoli nel panorama giornalistico nazionale.
La carriera di Di Mare è stata caratterizzata da un impegno costante per raccontare la verità, indagare sulle questioni più scottanti e portare alla luce le storie che altrimenti sarebbero rimaste nell’ombra. Dagli anni ’80 in poi, ha lavorato con varie testate giornalistiche, distinguendosi per la sua capacità di analisi e per la sua integrità professionale.
Ma è stato soprattutto in televisione che Franco Di Mare ha lasciato il segno più profondo. Il suo volto è diventato familiare a milioni di telespettatori grazie alle sue partecipazioni in trasmissioni di approfondimento e talk show di successo. La sua voce pacata e autorevole, il suo stile misurato e mai gridato, lo hanno reso un punto di riferimento per chiunque volesse comprendere meglio il mondo che ci circonda.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel giornalismo italiano. Non solo per la sua competenza e la sua professionalità, ma anche per la sua umanità. Di Mare era un giornalista che sapeva ascoltare, che metteva al centro delle sue inchieste le persone e le loro storie. La sua sensibilità lo ha reso amato non solo dai colleghi, ma anche da coloro che si sono trovati ad essere protagonisti delle sue narrazioni.
Oltre alla sua attività giornalistica, si è distinto anche per il suo impegno civile e sociale. Ha sempre creduto nel ruolo fondamentale che il giornalismo ha nella costruzione di una società più libera e più giusta. Le sue battaglie per i diritti civili, per la libertà di stampa e per la difesa dei più deboli resteranno un esempio per le generazioni future di giornalisti.
Franco Di Mare ci lascia un’eredità preziosa: quella di un giornalista che ha fatto della sua missione informare, denunciare e raccontare il mondo con passione e rigore. Il suo esempio continuerà a illuminare la strada di chiunque scelga di seguire le sue orme nel mondo affascinante e impegnativo del giornalismo.
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