Succede in Francia. Il maestro super tatuato che si fa chiamare Freaky Hoody, Hoody il mostruoso, fa insorgere i genitori di una scuola dell’infanzia. “Spaventa i bambini,” si lamentano. E l’insegnante più tatuato della Francia, prontamente, viene destinato alla scuola primaria e media.
Ma davvero, un uomo così, non è adatto per bambini molto piccoli? Non sarà paura della diversità? E la scuola non dovrebbe invece vincerla, questa paura, insegnando ad amare il diverso, come davanti a un qualunque Quasimodo, il deforme campanaro di Notre-Dame, nel romanzo di Victor Hugo? Un’idea pedagogica che i francesi dovrebbero conoscere molto bene, e che sta alla base anche della scuola italiana. Per questo, tra l’altro, ci è piaciuta la canzone di Levante, quest’anno, al Festival di Sanremo, Tikibombom, col suo Ciao tu, freak della classe.
Ad ogni modo, sul sito di Repubblica leggiamo la difesa del protagonista: “Superato il primo stupore stabiliamo (con i bambini) una buona relazione e mi trovano anzi molto cool”.
Insomma, i freak piacciono ai bambini, se i bambini hanno il tempo di abituarsi a loro e di comprenderli; e di sicuro piacciono alla pedagogia.
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